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Festival di Berlino, tutta la magia di "Cathedrals of Culture"

BERLINO. E’ una chicca della 64a edizione del festival internazionale del cinema di Berlino. Cathedrals of Culture è un film 3D prodotto da Neue Road Movies con il contributo di sei famosi registi. A loro è stato affidato il compito di raccontare in sei episodi di circa mezz’ora sei monumenti architettonici contemporanei di particolare valore artistico, sociale e umano, con lo scopo di evidenziarne le peculiarità; rivelarne, per così dire, l’anima. I monumenti sono, la Filarmonica di Berlino, per la regia di Wim Wenders, cui è stata affidata la supervisione di tutto il progetto; la Biblioteca Nazionale russa di San Pietroburgo, per la regia di Michael Glawogger; il carcere norvegese di Halden, regia di Michael Madsen; il Salk Institute di La Jolla, California, USA, per la regia di Robert Redford; il teatro dell’Opera di Oslo, regia di Margreth Olin; e, infine, il Centro Culturale Pompidou di Parigi, per la regia di Karim Aïnouz. La scelta narrativa è assolutamente felice, quella del “Se gli edifici potessero parlare / if buildings could talk”, un’idea mutuata da un precedente lavoro di Wenders. Ciascuna struttura parla in prima persona di se stessa con uno stile proprio, alcune in modo lento e poetico, altre in modo vitale ed emotivo, altre ancora asciutto ed essenziale, quasi assecondando le inclinazioni e le idee dei loro padri.



Il primo episodio, quello girato da Wim Wenders, è tra i più emozionanti. La Filarmonica di Berlino è un gioiello architettonico progettato da Hans Scharoun, uno tra gli esponenti più importanti dell’architettura organica (una branca dell'architettura moderna che teorizza la creazione di un equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale). Lo spazio segue una forma pentagonale nella quale la musica si muove in tutte le direzioni. Il pubblico è disposto attorno all’orchestra e su vari livelli, in modo da avere perfetta percezione auditiva e visuale. Come generata dalla fusione di tre pentagrammi diversi, è la stessa struttura a divenire uno strumento, ogni sua parte contribuisce con accorgimenti di spazio, forme e tecnologia, ad una esperienza musicale unica.  
E’ un dedalo di sapere e cultura quello custodito presso la Biblioteca Nazionale russa di San Pietroburgo. Lo spettatore è colto da stupore e meraviglia nel camminare tra minuscoli corridoi e sontuosi saloni. Ogni residuo spazio è trasformato per accogliere preziosissime rarità, una vera, smisurata cattedrale di cultura. Un inestimabile, probabilmente il più grande, patrimonio intellettuale e religioso est-europeo.
A Michael Madsen l’arduo compito di presentare il carcere norvegese di Halden come luogo di elevazione del genere umano.


Progettato dall'architetto danese Erik Møller, ha una capienza massima di 252 detenuti ed è stato inaugurato l’8 aprile 2010. La sua particolarità è il senso di profonda umanità. Ogni cella è dotata di televisione, frigorifero e finestre senza sbarre per permettere un maggiore afflusso di luce. Si svolgono corsi professionali, falegnameria, cucina, musica, c’è anche un supermercato. Lo sport è preso in massima considerazione: un percorso per il jogging si snoda attorno al perimetro del carcere, c’è una parete per l'arrampicata e campi di calcio. Una piccolo bungalow con cucina e stanze da letto immerso nel verde consente visite familiari anche per periodi prolungati. Metà delle guardie carcerarie sono donne non armate per non creare distanza sociale. La struttura si racconta con toni delicati e rispettosi, senza gettare i suoi occupanti nell’umiliazione e isolamento. Anche questa è una cattedrale di cultura.



Robert Redford presenta il Salk Institute di La Jolla, in California. Commissionato nel 1959 dal Dr. Jonas Salk all'architetto di origini ebraiche, Louis I. Kahn, l'edificio è situato su una scogliera sull'oceano. E’ considerato uno degli edifici più importanti del XX secolo. La struttura racconta delle scelte architettoniche e dei materiali, per il tempo innovative, ma anche della scelte funzionali che permettono ai fruitori principali, gli scienziati (Salk sviluppò nel 1952 il primo vaccino antipoliomielite), di alternare momenti di studio in isolamento a momenti di lavoro collettivo. Rumore e silenzio, luce e buio, immobilità e frenesia, sono rappresentati con notevole carica espressiva. 


L’ Operahuset, il teatro dell’Opera di Oslo, è l’episodio diretto dalla regista Margreth Olin, con dedica alla musica, al balletto e all’architettura d’avanguardia. Inaugurato nel 2008, ha un’ampiezza paragonabile a quella di quattro campi di calcio e dispone di circa 1100 stanze. Gli esterni sono luminosi e di colore bianco, sfruttando le caratteristiche del vetro e dell’acciaio. La luce è protagonista: foyer, tetto, facciata e piazzale antistante sono stati realizzati in marmo di Carrara. Gli interni, invece, sfruttano arredi più caldi grazie all’utilizzo del legno che genera movimenti e onde visive di particolare suggestione. La musica e i balletti filmati dalla Olin, insieme al racconto, restituiscono l’Opera come un monumento vivo e pulsante, quasi fosse una vera “casa”.


Chiude Karim Aïnouz con il Centro nazionale d'arte e di cultura Georges Pompidou di Parigi, un’opera del 1977. Il Centro è un’idea di Georges Pompidou, presidente della repubblica francese dal 1969 al 1974. Chiese un luogo per i giovani dedicato all'arte moderna e contemporanea nel quale si trovassero anche libri, design, musica e cinema. Oggi custodisce una collezione di oltre 70 mila opere di ogni genere d’arte multimediale. Il continuo rinnovarsi delle forme espositive lo rende un luogo d’avanguardia creativa di primissima importanza. Il centro è nato da un progetto di Renzo Piano and Richard Rogers.

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