Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"12 anni schiavo" in corsa per l'Oscar: per i bookmaker è senza rivali

ROMA. Ci voleva un inglese nero come Steve McQueen per raccontare in "12 anni schiavo" la schiavitù americana con tanta crudeltà, verità e bellezza estetica. Altro che la facile macelleria di Quentin Tarantino in "Django Unchained". Il fatto è che il lungometraggio di McQueen - che risulta a tutt'oggi il superfavorito agli Oscar nella categoria miglior film (la Snai lo dà a 1,38 seguito solo da "Gravity" a 3,75 e da "American Hustle" a 12) - ha dalla sua tante cose. Intanto è una storia vera e poi, come valore aggiunto, ha una drammaturgia perfetta: una discesa agli inferi con redenzione
finale. Siamo negli anni precedenti la guerra civile americana. Qui Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), un nero nato libero nel nord dello stato di New York, viene rapito e venduto come schiavo. 


Si misura così tutti i giorni con la più feroce crudeltà, ma anche con rari gesti di gentilezza e questo fino all'incontro con un abolizionista canadese che cambierà per sempre la sua vita. Tratto dall'autobiografia di Solomon Northup (interpretato da Chiwetel Ejiofor) che a metà Ottocento ha rivelato al pubblico americano i retroscena dello schiavismo, il libro come il film racconta come un padre di famiglia afro-americano nato libero nello stato di New York, apprezzato musicista e artigiano, venga rapito e si ritrovi, in un attimo, indietro nel tempo, ovvero schiavo nelle piantagioni della Louisiana. Da qui la sua battaglia per tornare, solo dopo 12 anni, alla sua famiglia e ai suoi affetti.


Così Solomon Northup si racconta nella sua autobiografia: "Essendo vissuto da uomo libero per oltre trent'anni, durante i quali ho goduto del bene prezioso della libertà in uno stato libero, ed essendo poi stato rapito e venduto come schiavo - condizione in cui sono rimasto fino alla mia liberazione avvenuta nel gennaio del 1853, dopo dodici anni di schiavitù - qualcuno ha ritenuto che la storia della mia vita e delle mie tribolazioni non sarebbe stata del tutto priva di interesse per il pubblico''.


Northup si ritrova prima incatenato e venduto a Freeman (Paul Giamatti), un crudele mercante di schiavi. Viene poi imbarcato su una nave fino alla Louisiana. Qui si ritrova al servizio di proprietari terrieri, con diverse gradazioni di crudeltà, come William Ford (Benedict Cumberbatch) e Edwin Epps (Michael Fassbender). Nonostante la sua amicizia con Eliza (Adepero Oduye) e con Patsey (Lupita Nyong'o), Solomon rischia più volte di soccombere alle mille umiliazioni cui viene sottoposto (la più crudele quella che lo vede appeso, in punta di piedi e cappio alla gola, a un albero per ore e ore), ma alla fine verrà salvato dall'incontro con Samuel Bass (Brad Pitt), un carpentiere di buon cuore.


"12 anni schiavo" del regista di "Hunger" e "Shame", costato solo venti milioni di dollari (ne ha già incassati 127 in tutto il mondo ed è quarto in classifica in Italia), ha, tra l'altro,
raccolto ottime recensioni negli Usa e appunto ben nove nomination dall'Academy: miglior film, regista, attore protagonista a Chiwetel Ejiofor, attore non protagonista a Michael Fassbender, attrice non protagonista a Lupita Nyong'o, sceneggiatura non originale a John Ridley, montaggio a Joe Walker, scenografia ad Adam Stockhausen e Alice Baker e, infine, i costumi a Patricia Norris. Una curiosità: stranamente poco considerato dagli scommettitori "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese, quotato dalla Snai addirittura a 50.

Caricamento commenti

Commenta la notizia