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Animazione, Lopez cane-papà in "Mr Peabody e Sherman"

ROMA. Un beagle scienziato, premio Nobel e chef provetto, con l'intelligenza di Einstein, l'umorismo di Oscar Wilde, l'audacia di Indiana Jones, la brillantezza di Sherlock Holmes, l'aplomb di James Bond. È il personaggio doppiato da Massimo Lopez in Mr Peabody e Sherman di Rob Minkoff il nuovo film animato in 3d della Dreamworks, nelle sale italiane dal 13 marzo distribuito da 20th Century Fox. «Si potrebbe pensare sia la solita storia di un bambino e della sua amicizia con un cagnolino, invece qui rivoltiamo le carte, il cane, Mr. Peabody è il papà adottivo del piccolo Sherman» spiega Lopez, che nella sua carriera, tra tv, teatro e (poco) cinema, ha già interpretato vari personaggi animati ed è anche stato scelto come nuova voce di Homer ne I Simpson. Inoltre «potrei presto tornare in tv, sono in trattative però una parte ricorrente in un programma e per una fiction». Ispirato dai personaggi creati a fine anni '50 da Ted Key per i cartoni animati della serie di Rocky e Bullwinkle, il film «propone una storia per tutti i gusti. Con Mr Peabody cane-papà adottivo, tra le righe si affronta anche il tema dell'abbattimento dei pregiudizi sulla diversità, ma è soprattutto una bella e divertente avventura, e c'è un'aspetto didattico. Mr Peabody grazie alla sua invenzione del "tornindietro" compie con Sherman dei viaggi nel tempo, dall'antico Egitto alla guerra di Troia, dal Rinascimento di Leonardo alla Rivoluzione Francese. Così certi episodi storici restano più in testa ai bambini e i grandi li ripassano» dice Lopez.  L'attore ha iniziato a fare doppiaggio, «proprio con un cartone animato, Sampei, e ho conosciuto Anna Marchesini in sala di doppiaggio per un altro cartoon (Supercar Gattiger, ndr)». Secondo lui, che è stato anche, fra gli altri, la voce italiana di Robin Williams in Popeye, e Colin Firth in A single man, l'impegno tra  doppiare un attore e un personaggio animato «è lo stesso, anzi a volte per l'animazione si fa un lavoro più complesso nell'adeguarsi al modello originale». In Mr. Peabody e Sherman «parlo con la mia voce perchè sembrava adatta a un cane dotto come lui». Per Homer dei Simpson invece «ci hanno chiesto di restare vicino all'originale di Tonino, per quanto ovviamente la mia non sia un'imitazione. Sono curioso di vedere come verranno accolti i nuovi episodi, che ancora non sono andati in onda». Lopez non si aspettava le polemiche nate quando ha avuto la parte: «In gara c'era anche un ragazzo 24enne molto bravo a fare le voci dei Simpson. Chi lo conosceva grazie a you tube faceva il tifo per lui, è normale, ma non ho gradito che alcuni mi abbiano scritto di tutto, da "fai schifo" a "ritirati"». Nella famiglia di doppiatori del cartone animato comunque è stato accolto benissimo: «Mi dirige Lisa, cioè Monica Ward con cui c'è un rapporto straordinario». A chi gli chiede come mai abbia fatto poco cinema, spiega: «Mi stimola, ma per chi viene dalla tv non è facile passare al grande schermo. Ho però fatto esperienze bellissime, come essere in E la nave va di Fellini. Lui mi ha dato il ruolo di un marinaio e ho vissuto due mesi fantastici al Teatro 5, a Cinecittà. Lui non mi aveva spiegato cosa dovessi fare, e quando gliel'ho chiesto mi ha risposto, "Non lo so, come nella vita non si sa mai cosa potrà succedere"». La tv di di oggi le piace? «La tengo meno accesa, servirebbe più interattività e un pò più di coraggio nello sperimentare». E i nuovi comici? «Alcuni mi piacciono,
anche se non amo molto i programmi solo di comicità, lì è più difficile emergere».

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