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Se la vita è una malattia mortale Arriva al cinema "Freddy Hotel"

ROMA. Una relazione sentimentale tra un marito e una moglie, Freddy e Anna, che si incontrano saltuariamente, come amanti, in un hotel. Una coppia in crisi per le pressioni esterne e non per la perdita di amore o passione. Un viaggio, in un'atmosfera sospesa, quasi da film noir. È Freddy hotel, l'ultimo film di Massimiliano Amato realizzato in assenza di troupe, con la fotografia che non si avvale di luci artificiali e girato grazie al contributo di 39 attori volontari. Freddy (interpretato da Massimo Garofalo) è uno scrittore disadattato che sta vivendo la sua crisi personale e finanziaria. Anna (Maria Cristina Blu) è una donna razionale e concreta. Nel momento in cui Freddy non riuscirà più a trovare una collocazione, pianificherà un viaggio, una fuga inutile ma allo stesso tempo necessaria. Destinazione, Bucarest. Lì scopre che un editore francese è interessato al suo libro, così decide di partire per Parigi, una città dove le persone si sfiorano senza mai incontrarsi. L'incontro con la giovane Elena, che diventerà la sua amante, e con Halima. Poi il ritorno a Bucarest, dove Freddy avrà un tracollo e finirà in ospedale: è lì che i medici lo inviteranno a cambiare stile di vita e a curarsi. Ma in fondo, la stessa vita è una malattia mortale, intuisce Freddy. Il film si chiude con un altro viaggio, poco importa verso dove, se sia un ritorno o un'altra fuga. Freddy è lo stesso nome del protagonista del romano di Heinrich Boll "E non disse nemmeno una parola" e risente degli influssi del testo "Al culmine della disperazione" di Emil Cioran e di "Scene da un matrimonio" di Ingmar Bergman. "Freddy hotel" verrà proiettato domani alle 20.30 alla sala FilmStudio, in via Orti d'Alibert, a Trastevere. La seconda programmazione sarà per lunedì 24 marzo, alle ore 21.15, sempre presso FilmStudio.

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