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Torna "The Voice", tra le novità il rapper J-Ax Raffaella Carrà: non dite che siamo troppo buoni

MILANO. Seconda stagione ai nastri di partenza per The Voice of Italy che prende il via mercoledì in prima serata su Rai2. Per la seconda edizione italiana del format che anche quest'anno torna sul piccolo schermo di casa Rai, le novità non sono poche e la più evidente è quella di un cambio di coach. Assieme a Noemi, Raffaella Carrà e Piero Pelù,
quest'anno non ci sarà infatti più Riccardo Cocciante ma il rapper J-Ax, chiamato a rappresentare un genere musicale che negli ultimi tempi sta cominciando a funzionare anche in televisione e nei canali solitamente riservati alla canzone d'autore o al pop. «Non c'è nessun mistero sulla sostituzione di Cocciante - hanno fatto sapere i responsabili del programma - perchè già lo scorso anno aveva detto che non avrebbe potuto partecipare ad una seconda edizione per impegni internazionali». A parte i coach, che non vogliono essere chiamati giudici «perchè noi alleniamo i partecipanti e non giudichiamo solamente», dicono loro, i cambiamenti nella formula del programma prodotto da Rai2 in collaborazione con Talpa Italia, sono anche nella sostanza e a cominciare dal presentatore che sarà Federico Russo, affiancato da Valentina Correani per gli aspetti web della conduzione. Il numero delle puntate cresce poi da tredici a quattordici e la finalissima è prevista per giovedì 5 giugno, a differenza delle altre puntate tutte in calendario per mercoledì. «Questo non è un programma buonista - ha ricordato in conferenza stampa negli studi Rai la Carrà - come si è commentato in alcuni casi. Detto questo, credo che nel giudicare gli aspiranti cantanti che ci passano davanti sia necessario anche essere educati». La partenza è fissata per dopodomani con la prima delle cinque "blind audition", ovvero le cinque puntate già registrate e durante le quali i quattro coach hanno composto la propria squadra di sedici elementi. A seguire sarà la volta delle due 'battlè, dedicate agli scontri sul ring musicale tra i concorrenti di squadre diverse, e delle puntate "knockout", con le sfide intestine alla medesima squadra. Per finire, tra maggio e giugno, sarà la volta delle cinque puntate live con i finalisti e gli ospiti internazionali sull'identità dei quali per il momento nessuno si è ancora sbottonato. «Il rap in televisione solo negli ultimi anni comincia ad essere trattato come dovrebbe - ha raccontato J Ax, il debuttante tra i quattro "allenatori" di gara - e fino ad oggi i veri rapper non si sono fidati troppo del piccolo schermo. Le cose però stanno cambiando come dimostra anche la vittoria di Rocco Hunt a Sanremo, tra i giovani». Piero Pelù che tra gli impegni solisti e quelli con i suoi Litfiba, è stato riconfermato nelle vesti di coach più rock dice: «Sono qui perchè penso che The Voice sia un programma musicale e non un talent, tanto meno un reality. Le potenzialità del programma devono essere ancora metabolizzare da pubblico, ma è un grande laboratorio e ci sono cantanti molto forti».

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