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"Più buio di mezzanotte", a Cannes la storia di Davide omosessuale a Catania

CANNES. Lui, Davide (Davide Capone) tredici anni, ha una faccia da madonna rinascimentale, è dolce, parla poco e ha un problema da affrontare nella sua barocca e vulcanica Catania: è omosessuale. Il padre Massimo (Vincenzo Amato) non se ne da pace, mentre la madre Rita (Micaela Ramazzotti) lo ama comunque. È il destino e la civiltà delle
madri. Questo lo scenario di "Più buio di mezzanotte" di Sebastiano Riso, film duro e forte in corsa oggi, a tutto diritto, al Festival di Cannes alla Semaine de la Critique e alla Camera d'or (è un'opera prima). Tutto si svolge nella Catania degli anni Ottanta con i tempi lunghi di un ragazzino che si sente diverso e che cerca una famiglia diversa da quella in cui è nato. La troverà in quella corte dei miracoli che si riunisce ogni sera a Villa Bellini: omosessuali che si prostituiscono con diversi gradi di travestitismo, emarginati di ogni tipo, barboni. Gente che vive ai margini tra disperazione e orgoglio. C'è un gay chiamato La Rettore (Giovanni Galizia); c'è la Meriliv Morlov (Sebastian Gimelli Morosini) che ha sempre voglia di sesso; c'è la Wonder Woman (Gabriele Mannino) e c'è chi i ragazzini omosessuali li piazza e li usa come l«uomo in biancò (Pippo DelBono). Davide comunque una strada alla fine la trova attraverso un suo piccolo inferno fatto di tante cose. Ed esattamente. La frequentazione del quartiere a luci rosse di San Berillo, una vera e propria scuola per chi vive ai margini e chi si prostituisce; i furti con destrezza nei supermercati; le fughe dal padre che fa di tutto per portare Davide sulla strada della mascolinità (anche con punture di ormoni); scene di sesso consumate in tutta fretta e anche, ovviamente, attraverso il sicuro approdo con l'affettuosa madre ipovedente (straordinaria una scena sull'autobus di una drammatica Ramazzotti). Il film che sarà distribuito dall'istituto Luce è ispirato alla vita di Fuxia - alias Davide Cordova - drag queen nel celebre locale Mucca Assassina di Roma. Rinnegato dalla famiglia era passato al vaglio di psicologi e medici prima di essere cacciato di casa a 14 anni, con l'invito da parte del padre alle forze dell'ordine: "Se lo trovate non mi avvisate, per me è morto". Ora Davide, 46 anni, è tornato a vivere nella sua Sicilia. Frase cult del film quella dai molteplici significati scritta su un un muro di San Berillo: "L'amore ti fotte".

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