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Freida Pinto: "Porto al cinema l'India autentica"

ISCHIA. Terrence Malick l'ha voluta per Knight of Cups, accanto a Cate Blanchett, Christian Bale e Natalie Portman e prima di lui l'aveva scelta Woody Allen per Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni: Freida Pinto dopo l'esordio meraviglioso di The Millionaire continua a farsi largo nel cinema internazionale, contesa per film d'autore e per progetti blockbuster come Il pianeta delle scimmie. La ragazza di Mumbai dietro una bellezza dolce nasconde determinazione e carattere. «Sull'India ci sono troppi stereotipi, io voglio combatterli con il cinema che scelgo di fare. Voglio restituire - ha detto ospite di Ischia Global Fest con l'ultimo film Desert dancer - un'immagine indiana autentica. Quali sono questi clichè? Si immaginano le indiane o tutte decorate e in attesa di un uomo che passi e le sposi o che siano tutte poverissime. Siamo cittadini del mondo come tutti gli altri e anche la violenza sulle donne per cui finiamo sui giornali di tutto il mondo, è una piaga, non la nego, ma accade anche altrove, negli Stati Uniti ad esempio la violenza domestica è ben più di un problema marginale». Insomma una tigre del Bengala dietro un'apparenza docile. 30 anni a ottobre, Freida Pinto aveva cominciato come modella della agenzia Elite in India prima che Danny Boyle la scegliesse per The Millionaire che è stato il suo trampolino cinematografico. «Ho scelto di proseguire questo lavoro di attrice con i film indipendenti che permettono di raccontare storie autentiche e personaggi veri. Ho aspettato dopo The Millionaire l'occasione giusta e sono arrivati Miral di Julian Schnabel sulla Palestina e Woody Allen», spiega. Fedele alla consegna del silenzio del film di Malick, che dice di aver finito da poco (niente Venezia dunque?), non svela se non che è «l'esplorazione dell'umanità in una maniera che molti trovano difficile da capire. Io stessa nei primi due giorni di set non riuscivo a entrare dentro, ero un po' sotto shock, poi ho capito che con questa storia che non posso dire Malick voleva rompere le convenzioni e alla fine sul set è stato come danzare». Diversa l'esperienza con Allen: «mi ha dato un appunto con poche righe dicendo: questa è la sceneggiatura, leggila e rendila tua! Un bel panico anche perchè lui, come Malick, ti ha scelto pensando che sei bravissima per quel film e così tu ogni giorno del set ti senti messa alla prova, ti svegli e pensi "sarò all'altezza?". Per Desert Dancer, il film di Richard Raymond, basato sulla storia vera di Afshin Ghaffarian, il ballerino iraniano che ha sfidato le autorità danzando (nel film
Reece Ritchie, presto al cinema in Hercules, lo interpreta magnificamente), Freida Pinto ha studiato danza tre mesi, con la determinazione di sempre. "Un progetto sula libertà merita il massimo impegno. La storia di Ghaffarian è esemplare di quello che un singolo può fare per cambiare le cose. A vederlo ballare in tanti hanno sfidato il regime iraniano facendo sì che questa storia diventasse di dominio pubblico".

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