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Pif presenta a Londra il suo film: si può
combattere la mafia anche ridendo

LONDRA. Ridere di mafia per combatterla. Si può secondo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Anzi si deve, seguendo il solco lasciato da Peppino Impastato che proprio con la satira contrastò Cosa Nostra dal microfono di una radio locale. «Oggi per fortuna si può fare senza rischiare la vita come allora», ha detto il personaggio televisivo diventato regista, che ha presentato a Londra il suo film d'esordio, "La mafia uccide solo d'estate". È stato un grande successo. Pif col suo pluripremiato film ha fatto 'sold out' ai Riverside Studios nell'ovest della capitale britannica. Tanti gli applausi prima e dopo la proiezione per una pellicola acclamata dalla stampa nazionale e anche da quella britannica, che lo ha definito come uno dei migliori film recenti sulla mafia. L'evento è stato organizzato da Italian Cinema London, con il sostegno del Consolato d'Italia a Londra, dell'Istituto Italiano di Cultura, di Rai Trade, della casa di produzione Wildside, dell'Italian Bookshop, di Fred Film Radio e dell'associazione Efasce. «La mia idea era quella di dire basta coi mafiosi tipo Padrino, quei personaggi complessi e affascinanti che finiscono con l'attrarre il pubblico e diventare quasi degli eroi - ha dichiarato Pif -. No, i miei eroi sono altri, sono i giudici, i commissari e gli agenti di scorta che hanno perso la vita a Palermo». Non è facile infatti, in particolare nel pubblico inglese, cambiare quell'idea di «mafia con la coppola» che si è radicata negli anni. Pif, come il suo protagonista Arturo, è cresciuto nel periodo più sanguinoso della guerra di mafia in Sicilia, gli anni '80 e '90, quando Palermo si era trasformata in un campo di battaglia. «Erano anni terribili ma non si deve pensare che se oggi la mafia ammazza meno sia finita, tutt'altro, opera a livello sempre più alto». Alla proiezione della pellicola è seguito un dibattito a cui hanno preso parte la giornalista del Guardian, Clare Longrigg, il corrispondente della Rai a Londra, Marco Varvello, e il regista Ivan Vadori, che proprio ieri sera ha presentato ai Riverside Studios "La Voce Di Peppino Impastato", il suo documentario dedicato all'attivista siciliano ucciso dalla mafia nel maggio 1978. «C'è ancora molto da fare contro Cosa Nostra - ha detto Vadori - basta pensare che nel paese di Peppino, Cinisi, il defunto boss Tano Badalamenti è ancora visto bene». Per Pif, invece, la lotta alla mafia deve essere portata sempre più a livello internazionale: «È assurdo che un boss possa vivere tranquillamente a Londra o Berlino e non sia possibile estradarlo in Italia».
 

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