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"Perez", Luca Zingaretti avvocato agli inferi

ROMA. «Perez è la storia di un avvocato, di un uomo di legge, e della sua discesa agli inferi per difendere sua figlia». Così il regista di 'Perez.' Edoardo De Angelis, sintetizza il suo noir, opera seconda dopo 'Mozzarella Stories', che ha come protagonisti Luca Zingaretti e Marco D'Amore. E intanto per il film si parla già di un possibile remake: il produttore Usa della Code 39 Films, Stefano Gallini Durante, ha richiesto i diritti ai produttori Pierpaolo Verga, Attilio De Razza, Edoardo De Angelis e Luca Zingaretti. Il film, che sarà in sala il 2 ottobre distribuito da Medusa che lo anche coprodotto, ha appunto come protagonista Demetrio Perez (Zingaretti), un avvocato d'ufficio, un penalista caduto in disgrazia che non crede più molto nel futuro. Unica sua felicità la figlia Tea (l'esordiente Simona Tabasco) che però si è legata forse con l'uomo sbagliato: l'ambiguo Corvino (Marco d'Amore, attore cult della serie Sky Gomorra). E tutto questo sullo sfondo di una Napoli inedita, per niente caratterizzata. Ovvero quella metallica del Centro Direzionale: quartiere di grattacieli firmati da grandi architetti che oggi si rivela l'ennesima promessa mancata. Quando il pericolo però si insinua nella casa agiata di Perez tutto cambia. Per difendere sua figlia l'avvocato, che ha sempre difeso tanti delinquenti, si accorge di sapere come si fa, di conoscere anche le leggi del crimine ed è pronto ormai a qualunque cosa. Dovrà vedersela però con il machiavellico manipolatore Buglione (Massimiliano Gallo), ma avrà dalla sua la complicità del suo unico amico Merolla (Gianpaolo Fabrizio), avvocato d'ufficio come lui. «Dopo Mozzarella Stories avevo voglia di raccontare una storia che si basasse su un unico individuo, avevo desiderio di un racconto più rarefatto - dice il regista -. Un lavoro che scavasse nelle viscere morali e sentimentali di un individuo». Per quanto riguarda invece la location, «il centro direzionale di Napoli - spiega De Angelis - è una zona avulsa che non ha nulla in comune con il resto della città e con una dimensione estetica quasi glaciale. Un quartiere che è una promessa mancata di Napoli e che rappresenta anche molto il personaggio protagonista». E ancora il regista: «Sono sempre stato attratto dalla zona grigia che c'è tra crimine e legalità. Il tribunale è l'emblema di questa zona. Mi ha detto un penalista: 'a noi non interessa la verità assoluta, ma solo quella processuale'». Quanto ai riferimenti cinematografici del regista, oltre ad Emir Kusturica che, tra l'altro l'ha premiato due volte al Kustendorf Film Festival da lui diretto, lo stesso De Angelis spiega: «Adoro Matteo Garrone e Paolo Sorrentino, ma su tutti trovo straordinario Clint Eastwood, un uomo completo anche nella vita privata. Anche se il mio riferimento più forte resta la realtà. È lì che attingo sempre».  

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