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George Clooney dirige il film su Rupert Murdoch

NEW YORK. Julianne Moore nella parte di Rebekah «la rossa»? Lo scandalo delle intercettazioni dei giornali di Rupert Murdoch, con il suo cast di protagonisti che includono un primo ministro, il suo portavoce, lo stesso tycoon di News Corp e i suoi figli, detective privati, reporter senza scrupoli e perfino una cavalla della polizia, sta per diventare un film con la regia di George Clooney. «Ci sono tutti gli elementi - bugie, corruzione, ricatti - ai più alti livelli del governo da parte del maggiore quotidiano di Londra. E il fatto che sia tutto vero è la parte migliore», ha detto Clooney annunciando a Hollywood Reporter il suo prossimo progetto. «Hack Attack», questo il titolo del film, è tratto dal libro del giornalista del Guardian Nick Davies, la cui insistenza nel corso degli anni ha messo in luce lo scandalo che nel 2011 portò alla chiusura del tabloid News of the World. Il film sarà prodotto da Sony Pictures Entertainment, il gruppo media rivale della 21st Century Fox di Murdoch. Le riprese cominceranno il prossimo anno. Nei suoi film spesso Clooney gravita verso progetti ispirati da episodi storici in cui politica e giornalismo hanno un ruolo. «Nick è un reporter coraggioso e ostinato. Consideriamo un onore tradurre il suo libro in un film», ha detto Clooney, che è figlio di un giornalista e che ha sempre avuto un forte interesse nel ruolo del giornalismo nella vita della gente: nel bene, come in «Good Night and Good Luck», e nel male. Nel 2011 lo scandalo delle intercettazioni mise News Corp in ginocchio. Oltre alla chiusura di News of the World dopo 168 anni di pubblicazioni, l'inchiesta del Guardian mise in crisi il governo di David Cameron, portò alle dimissioni del capo della polizia, a un'inchiesta governativa e a una raffica di arresti: dall'ex portavoce di Downing Street ed ex direttore del tabloid Andy Coulson alla Ceo di News International Rebekah Brooks. Alla berlina scioccanti pratiche giornalistiche di cui lo stesso Murdoch e il figlio James si dovettero difendere in un'aula di Westminster. News of the World si era procurato scoop sulla vita di celebrità e della famiglia reale intercettandone i cellulari. Ma lo scandalo arrivò a massa critica dopo che il Guardian scoprì che erano state spiate anche vittime di efferati delitti come Milly Dowler, una teen-ager rapita, stuprata e successivamente trovata morta: i reporter del tabloid avevano spiato la segreteria telefonica del telefonino della ragazza, cancellandone i messaggi disperati dei genitori e inducendo questi ultimi a sperare vanamente che la figlia fosse ancora viva. 

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