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Caltanissetta, perforò colon a paziente: medico dovrà risarcire

Due mesi di reclusione, con pena sospesa, la condanna che la Corte d’Appello ha ribadito ieri nei confronti del medico accusato di lesioni colpose. Parte civile una ultraottantenne che ha subito il trauma.

CALTANISSETTA. Ora come allora è stato giudicato colpevole. Reo, per i giudici, di avere cagionato lesioni a una paziente perforandole il colon. Ma oltre all’affermazione di colpevolezza e al pagamento delle spese legali per 1.350 euro, dovrà pure risarcire la paziente. L’entità dell’indennizzo lo stabilirà poi il giudice civile.

Confermata ieri, con il beneficio della pena pena sospesa, la condanna a due mesi di reclusione nei confronti del gastroenterolo Giuseppe Siragusa chiamato a rispondere di lesioni. Quelle che avrebbe procurato all’ottantatreenne Grazia P. (assistita dall'avvocato Giovanni Di Giovanni) che già nel primo grado del giudizio si è costituita parte civile del dibattimento.

Così, ieri, ha sentenziato la corte d’Appello presieduta da Letterio Aloisi (relatore Andreina Occhipinti, completa la Corte Aldo De Negri) che ha accolto le richieste del sostituto pg, Fabio D’Anna e della stessa parte civile. Nel procedimento è stata citata nella veste di responsabile civile la clinica «Regina Pacis» (rappresentata dall'avvocato Diego Perricone) dove il controllo è stato eseguito.

La vicenda finita al centro della nuova parentesi giudiziaria è legata ad un esame rettocolonscopico effettuato dalla donna nel settembre di cinque anni fa in clinica. Ma qualcosa, quel giorno, sarebbe andato per il verso storto. Perché l’anziana, da li a poco, ha iniziato ad accusare forti fastidi all’addome. Un dolore crescente. Ma lo stesso specialista, al termine di quell’esame, l’ha rassicurata garantendole che si trattava di normali reazioni dovute all’influssione di aria. Così la figlia l’ha riaccompagnata a casa. Ma con il trascorre delle ore quei dolori, accusati dalla madre, si sarebbero fatti sempre più acuti. Fin quando a sera i figli l’hanno subito accompagnata all’ospedale «Sant'Elia». In breve una ecografia addominale ha accertato la presenza di una perforazione intestinale e la donna è stata sottoposta ad intervento chirurgico urgente. Subita quell’operazione per i sei mesi successivi la pensionata è stata costretta a convivere con un sacchetto per i bisogni corporali. da qui l’esposto dei familiari.

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