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Frati «fai da te» chiedono il riconoscimento

RAVANUSA. Autonomi frati «fai-da-te», autoproclamatisi tali senza appartenere a nessun ordine e senza esser mai entrati in seminario, chiedono il riconoscimento della loro missione e vocazione alla Chiesa. Ravanusa si spacca tra favorevoli e contrari alla causa perorata da Giosuè e Pio, che, vestiti con un saio, da anni professano la parola di Dio da francescani.

Il mancato riconoscimento della Chiesa, chiaramente basata su regole precise che richiedono percorsi canonici di studio, porta il nisseno Giosuè, 27 anni, ad avviare da 6 giorni lo sciopero della fame: «Mangerò - dice su Youtube - una sola fetta di pane al giorno finché tu, Papa Francesco, non prenderai a cuore la nostra condizione». La Curia agrigentina rimane perplessa di fronte alle «confuse» richieste degli eremiti non integrati, che vivono da 3 anni senza luce e acqua corrente in una grotta in Contrada Muculufa. Giosuè, che 7 anni fa, dopo aver conosciuto il mondo, i vizi e la perdizione, è entrato nella comunità «Piccoli frati di Gesù e Maria» di Noto, intraprendendo un cammino di povertà e fede che lo ha ricolmato del terribile vuoto esistenziale, oggi è determinato: vuole arrivare fino in fondo, «pronto a morire di fame pur di dare - come dice - uno scossone alla chiesa che, adagiata comodamente sugli allori delle convenzioni, ha smesso di premiare e incoraggiare la spontaneità delle vocazioni e la volontà di due giovani di continuare un cammino in nome del Vangelo».

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