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«Morì dopo vaccino», trapelano dettagli a Caltanissetta

Da una prima teoria sarebbe stato ipotizzato un problema virale del paziente, poi deceduto a sette ore dall’arrivo al Sant’Elia

CALTANISSETTA. Nelle prime fasi si sarebbe ipotizzato in ospedale un problema virale del paziente. È una prima teoria tra le pieghe dell’inchiesta a carico di cinque medici per la morte del pensionato settantunenne A.S., deceduto al «Sant’Elia» un paio di settimane dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale. Ed è da qui che partirebbe la catena di eventuali, quanto ipotetiche, responsabilità nel decesso dell’uomo.

Primo anello, il medico curante che quel vaccino lo ha somministrato. Poi, nel mirino della procura, sono finiti, uno dopo l’altro, i professionisti che si sono occupati del paziente. A cominciare dal dottore di pronto soccorso che ha prestato le primissime cure al pensionato giunto in ospedale alle 8 di sera del 4 novembre scorso. Poi un medico del reparto di malattie infettive e, a ruota, i due radiologi che hanno sottoposto a scintigrafia e tac lo stesso pensionato. I nomi dei cinque (assistiti dagli avvocati Walter Tesauro, Danilo Tipo, Gaetano Lisi e Giuseppe Speranza) sono finiti nel registro degli indagati per l’ipotesi di omicidio colposo. Il tal senso il sostituto procuratore Santo Di Stefano sta valutando l'eventuale nesso di casualità tra la somministrazione del vaccino antinfluenzale e il decesso del paziente. Sotto la lente del pm anche eventuali responsabilità nel trattamento ospedaliero.

 

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