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Mafia nel Vallone, il Pg ricorre in Cassazione

La Procura generale ha impugnato l’assoluzione sentenziata nei confronti del comproprietario del motel «La Fazenda», Gaetano Caltabellotta

CALTANISSETTA. La Procura generale ricorre in Cassazione sull’onda della sentenza d’appello nei confronti della «mafia del Vallone». Non ha digerito, in particolare, il verdetto assolutorio emesso nei confronti del comproprietario del motel «La Fazenda» di Campofranco, Gaetano Caltabellotta (difeso dall’avvocato Giuseppe Barba). Lui che tanto in primo, quanto nel secondo grado del giudizio è stato giudicato non colpevole. Mentre la Procura prima e la Procura generale poi, nel chiedere la pena a sei anni lo hanno indicato come uomo vicino alla mafia. In particolare a Cosa nostra. E tra le pieghe del teorema accusatorio mosso a suo carico - ma anche del padre che, invece, in appello è stato condannato - l’accusa ha etichettato genitore e figlio come proprietari dell’«albergo della mafia».

Perché - è stato sempre il teorema dei magistrati nisseni - in quel locale lungo la statale Palermo-Agrigento, nella zona di Campofranco, si sarebbero tenuti summit mafiosi. E, sempre secondo l’accusa, lì avrebbero trovato ospitalità anche latitanti. Questo è stato il quadro tracciato dalla magistratura nei confronti di Caltabellotta junior che, però, non ha retto in nessuno dei due gradi del giudizio ai quali s’è fin qui sottoposto. L’ultimo approdato a sentenza il 10 luglio scorso, quando con il contitolare del locale sono stati processati - in questo troncone celebrato con il rito abbreviato - altri nove imputati tirati in ballo, a vario titolo, per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.

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