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Mazzarino, picchiato e minacciato non cede al ricatto e fa arrestare i rapinatori

Due giovani rintracciati: per l’accusa hanno colpito la vittima con un manganello

polizia e carabinieri

MAZZARINO. Lo hanno picchiato quasi a sangue per rapinarlo di un telefono cellulare, a Mazzarino. Gonfiandolo di botte con un manganello e minacciandolo pure con un coltello puntato alla gola perché tacesse. Perché non li denunciasse. Ma alla fine la vittima della selvaggia aggressione non s’è piegata al ricatto e, piuttosto, ha avvertito i carabinieri. Da qui i fermi di polizia giudiziaria a carico di Alejandro Quattrocchi, di Mazzarino, e Robert Petrica Gavrilà, di origine romena, entrambi ventiduenni.

Rapina aggravata l’ipotesi di reato che il sostituto procuratore di Gela, Elisa Calandrucci, nell’emettere il provvedimento cautelare ha contestato ai due giovani. Vittima dell’assalto in casa è stato un impiegato cinquantenne. Domenica sera i due hanno bussato alla sua porta. Prima gli hanno chiesto di uscire. Ma gli hanno appena lasciato il tempo di aprire. D’improvviso lo hanno più volte colpito con un manganello. Una serie di colpi a ripetizione, fino a farsi consegnare il suo telefonino, un cellulare che vale non più di 150 euro. Ma prima di andare via lo pure hanno minacciato con un coltello. «Se denunci ti bruciamo vivo», l’eloquente avvertimento rivolto al malcapitato. E solo allora sono andati via.

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