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Caltanissetta, Francesco Riggio è il capitano della Maestranza

È stato nominato alla massima carica dal direttivo dell’associazione che raggruppa i ceti artigianali allargata dai capitani emeriti

CALTANISSETTA. Francesco Riggio sarà il capitano della Maestranza 2015. Settantaseienne, fabbro, titolare della "Romigiter" (piccola fabbrica metalmeccanica a Santa Barbara) è stato scelto dal consiglio direttivo dell'associazione intercategoriale allargato alla presenza dei capitani emeriti. Riggio torna a fare il capitano a distanza di 36 anni e tutti ex capitani sono gli altri che hanno accettato con spirito di sacrificio di accettare le altre cariche di vertice nella processione che aprirà solennemente i riti della Settimana santa. Lo scudiero sarà Angelo Iannello (ha rivestito la stessa carica nel 1971) già capitano nel 1991, idraulico, fra i pochi ad avere avuto il privilegio di essere ricevuto da papa Giovanni Paolo II; alfiere maggiore Gioacchino Ricotta (ceto barbieri) capitano nel 2012. Per la prima volta quest'anno uscirà la bandiera storica della Maestranza e a sorreggerla sarà Pasquale Tramontana (ceto calzolai-tappezzieri) capitano nel 1998 il cui nome compare nel Guinnes dei primati per essere l'autore dello stivale di Polifemo.

La Maestranza cala un poker d'eccezione rispondendo tempestivamente alla critiche piovute da ogni parte per le vicende giudiziarie tutte interne alla categoria dei marmisti alla quale spettava esprimere il capitano. La scelta era caduta su Salvatore Fiocco costretto fra la polemiche a cedere il passo dopo l'espulsione a tempo (un anno) del ceto d'appartenenza. Il gran cerimoniere e il presidente della Maestranza Gianni Taibi e Gaetano Villanucci hanno saputo dare una risposta quanto mai tempestiva e di alto profilo scegliendo artigiani indiscutibilmente attaccati alla festa e alla tradizione. La terna di nomi (Riggio, La Loggia, Iannello) circolava da tempo ma solo venerdì tutti - a parte il secondo - hanno sciolto positivamente la riserva arrendendosi al "pressing" dell'associazione chiamata a chiudere la poco simpatica parentesi giudiziaria che rischiava di travolgere la cinquecentesca manifestazione del mercoledì santo.

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