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Gela, ha tredici parenti nell'Arma: maresciallo ne fa un poster

Il comandante Resciniti va in pensione dopo 48 anni di servizio

GELA. Spesso sentiamo dire  che «l'Arma dei carabinieri è una grande famiglia». E che non si  tratti solo di un modo di dire lo conferma la storia di un  maresciallo, Domenico Resciniti, 65 anni, comandante della  stazione dei carabinieri di Gela, che vanta nell'Arma, oltre  alla sua presenza, anche quella di 12 suoi familiari: un figlio,  un fratello, il proprio suocero, un genero, tre cognati, tre  nipoti e due cugini.   Quella di Resciniti, originario di Roscigno (Salerno), è una  lunga dinastia di carabinieri che lui stesso, prossimo alla  pensione, dopo 46 anni di servizio, ha voluto immortalare con un  poster che ritrae i 13 (alcuni scomparsi) intitolandolo: «La  storia siamo anche noi».     Arruolatosi nel 1969, dopo vari incarichi ottenuti nei primi  17 anni di servizio, Rescinti ha diretto per cinque anni la  stazione di Niscemi e poi, per 25 anni ininterrotti quella di  Gela, durante la sanguinosa guerra di mafia tra «Stidda» e «Cosa  nostra» del Nisseno. Per i successi acquisiti gli sono state  conferite onorificenze e benemerenze.     Ufficiali e colleghi del comando territoriale di Gela lo  festeggeranno con una cerimonia di commiato, domani, giorno di  congedo e anniversario del suo arruolamento.

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