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Truffa su internet a Caltanissetta, chiesta la pena

CALTANISSETTA. È accusato di avere venduto un capo taroccato su internet. Lo stesso che, a sua volta, aveva ricevuto da un venditore. E alla fine, tentando di rendere pan per focaccia a spese di un incolpevole - è la tesi dell’accusa - avrebbe finito per rendersi responsabile di un imbroglio su internet. Ma l’accusa, adesso, ne ha chiesto l’assoluzione per l’ipotesi di truffa e la condanna a sei mesi, di contro, per falso. Questo il quadro che il pubblico ministero Salvatore Petix ha prospettato al giudice Giuseppina Figliola nei confronti di un professionista, il trentottenne Vincenzo P., (difeso dall’avvocato Vincenzo Vitello). Su lui pendono le imputazioni di truffa e falso. che sono legate alla vendita di un giubbotto attraverso uno dei siti più noti al mondo di aste on line. Si sarebbe ritrovato da imbrogliato a raggiratore, secondo la tesi accusatoria. Già, perché sullo stesso sito il giovane ingegnere aveva acquistato un giubbino di una nota marca ad un prezzo che ha ritenuto conveniente. Lo ha acquistato, aggiudicandoselo all’asta, dopo avere seguito per un po’ le offerte. E alla fine la sua è risultata quella vincente. Con la convinzione, a quel punto, di avere concluso un buon affare. Aggiudicandosi un capo griffato ad un costo ragionevole.

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