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Caltanissetta, ruppe il naso ad un carabiniere: perizie contro l'imputato

CALTANISSETTA. Da un lato un esperto lo ha ritenuto parzialmente capace, dall' altro un secondo assolutamente no. Sono i due volti di una stesa vicenda che ha trascinato sul banco degli imputati un nisseno accusato di avere fratturato il naso a un carabiniere di Canicattì. Accusa che pende sul trentaduenne Marco Mi risola (difeso dall' avvocato Massimiliano Bellini) finito dinanzi il giudice di Agrigento, Claudia Infantino per difendersi dalle ipotesi di resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Ora l' esperto nominato dal giudice, lo psichiatra Leonardo Giordano chiamato a valutare le capacità psichiche dell' imputato, è giunto alla conclusione che lo stesso al momento dell' accaduto sarebbe stato in qualche modo capace d' intendere e di volere. Non totalmente ma in maniera un po' parziale.

A conclusioni diametralmente opposte, di contro, è approdata la perizia redatta dal consulente della difesa, l' ordinario di psichiatria della facoltà di medicina e chirurgia dell' università di Catania, Eugenio Aguglia, secondo il quale, piuttosto, non sarebbe stato assolutamente capace d' intendere e di volere. E non è tutto. Perché quel suo stato di appannamento totale, secondo lo stesso specialista sarebbe stato profondamente accresciuto dal mix micidiale di alcol e psicofarmaci che lo stesso giovane aveva assunto poco prima.

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