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Mafia, omicidi a Niscemi negli anni '90, chieste otto condanne

Gli imputati sono accusati a vario titolo di tre omicidi

CALTANISSETTA. La procura di Caltanissetta ha chiesto otto condanne - di cui cinque all'ergastolo e tre a 30 anni - per tre omicidi di mafia commessi a Niscemi (Cl) tra l'89 e il '90, nel processo con il rito abbreviato per l'operazione «San Valentino Revenge».  Il pm della Dda Onelio Dodero ha chiesto al gup David Salvucci l'ergastolo per Giuseppe «Piddu» Madonia, 71 anni, capo mandamento di Caltanissetta, Salvatore Calcagno, 61 anni, di Niscemi, Antonio Rinzivillo, 58 anni, Giovanni Passaro, 59 anni, e Pasquale Trubia, 48 anni, tutti di Gela e ha sollecitato la pena di 30 anni ciascuno per i gelesi Alessandro Barberi, 63 anni, Salvatore Burgio, 49 anni, e Vincenzo Minardi, 57 anni. Per i collaboratori di giustizia di Niscemi Antonino Pitrolo, 58  nni, e Giancarlo Giugno, 56 anni, il rappresentante dell'accusa ha chiesto al gup David Salvucci di emettere una sentenza di non doversi procedere per prescrizione in considerazione del contributo dato alle indagini con le loro dichiarazioni.

Gli imputati sono accusati a vario titolo di tre omicidi. Uno è quello dell'imprenditore di Niscemi Franco Pepi, ucciso il 14 febbraio '89 perchè aveva rifiutato di pagare il pizzo a Cosa nostra e cercava di convincere alcuni suoi colleghi a fare lo stesso. Gli omicidi di Giuseppe Vacirca, del 18 febbraio '90 e quello di Gaetano Campione del 22 ottobre '90, secondo l'accusa, si inseriscono nel contesto della guerra di mafia tra stidda e Cosa nostra.

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