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Ex Asi di Caltanissetta, Cicero: “Fatta luce sul sistema di appalti”

CALTANISSETTA. La sentenza del giudice per le udienze preliminari, Alessandra Giunta, nel procedimento «Colpo di Grazia», con le undici condanne comminate «conferma lo straordinario lavoro di forze dell'ordine e magistratura per estirpare le radici che Cosa nostra aveva piantato nel sistema degli appalti, alcuni dei quali banditi dall'Asi di Caltanissetta». Lo afferma il presidente dell'Irsap, Alfonso Cicero.

«Il consorzio Asi in liquidazione e l'Irsap, entrambi parti civili al processo, sono stati danneggiati sotto tutti i profili da appalti che favorivano la mafia - aggiunge Cicero -. Per anni un dipendente del Consorzio Asi di Caltanissetta aveva truccato diverse gare d'appalto. Appalti per infrastrutture quali il depuratore consortile dell'ASI ed il completamento della viabilità delle zone ovest e nord della zona industriale nissena di Calderaro, assegnati con il massimo ribasso a imprese dalle quali Cosa Nostra oltre a riscuotere il pizzo, pretendeva l'affidamento di sub-appalti e forniture».

«Tutto ciò - prosegue Cicero - avveniva nel contesto di un'Asi disastrata dal punto di vista gestionale e finanziario a causa di gestioni opache, con pesanti ombre. La costituzione di parte civile nel processo di mafia, per ottenere giustizia da parte di un ente pubblico, è un tassello di un lungo lavoro iniziato nel 2010 e proseguito con l'Irsap per riportare normalità e legalità nell'area industriale».

A difendere l'Irsap e il Consorzio Asi in liquidazione, quale parti civili al processo «Colpo di Grazia» l'avvocato Annalisa Petitto del foro di Caltanissetta.

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