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«Sugli investimenti di Eni a Gela solo rassicurazioni verbali»

Al confronto di ieri coi sindacati l’impegno dell’azienda per la raffineria ma Messinese avanza dubbi

GELA. L’Eni ha confermato l’investimento da 2,2 miliardi di euro relativo all’accordo sottoscritto al Mise il 6 novembre scorso. Di questi, 70 milioni sono stati impiegati e ulteriori 20 milioni saranno investiti entro ottobre. Inoltre è stato finalmente pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto di riconoscimento dell’area di crisi complessa, propedeutico all’avvio delle misure previdenziali per i circa mille lavoratori dell’indotto che a dicembre non potranno contare più della cassa integrazione in deroga. A settembre è prevista una convocazione direttamente al Mise.

Rimangono da sciogliere i nodi sul rilascio delle autorizzazioni e l’avvio dei cantieri per la demolizione dell’impianto Isaf e della diga foranea, investimento pari a 70 milioni d euro. I due interventi, da soli, garantirebbero occupazione per il settore edile e metalmeccanico. Sono questi gli aspetti salienti che hanno contraddistinto il vertice in prefettura, di ieri a mezzogiorno, che ha riunito attorno ad un tavolo tutti gli attori principali del progetto Eni di estrazione di gas, on e off shore, riconversione del sito di contrada Piana del Signore in una green refinery e avvio delle bonifiche. Si parla anche di mantenimento occupazione. Su questo ultimo aspetto vuole fare chiarezza l’amministrazione comunale.

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