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"Nascondeva droga negli slip", in aula pusher e sospetti complici

CALTANISSETTA. Sul banco degli imputati sono stati chiamati per la droga che nascondevano, uno negli slip, l’altro nelle scarpe. Così per i presunti pusher in trasferta che, nel maggio scorso, erano stati arrestati per droga dai carabinieri all’altezza di Tremonzelli. Sono il ventottenne Giuseppe Bellavia, il trentaseienne Ibrahim Idi Bogibiri (entrambi assistiti dall’avvocato Salvatore Pecoraro) nato in Ghana ma ormai nisseno d’adozione e, infine, un altro ghanese, il ventunenne Musah Saami (difeso dall’avvocato Roberto Cianciolo).

Sono stati chiamati al cospetto del giudice di Termini Imerese, Dario Gallo, per rispondere delle ipotesi di detenzione e spaccio di stupefacenti. Complessivamente 300 grammi di hashish e 10 grammi di eroina che sono stati recuperati dai militari durante la perquisizione nell’auto su cui viaggiava il terzetto: Bellavia nascondeva un panetto di hashish negli slip, l’amico che vive nel capoluogo nisseno aveva altri due panetti nelle scarpe, mentre il terzo aveva l’eroina.
Ma adesso una perizia sembra avere ridimensionato, e non di poco, l’impianto accusatorio. O almeno lo indirizzerebbe su altra via. Già, perché dalle analisi di laboratorio è emerso che il principio attivo dell’hashish sarebbe stato scarsissimo. Si sarebbe attestato intorno al 12 per cento. Che, nel concreto, vuol dire che avrebbe consentito ai giovani di confezionare appena il 10 per cento delle dosi che potenzialmente, secondo l’accusa, avrebbero potuto preparare e smerciare con la sostanza poi sequestrata. Anche se Bellavia, così come il giovane ghanese che vive nel capoluogo nisseno, rispondendo alle domande dei magistrati ha sempre sostenuto di avere comprato la sostanza solo per uso personale.

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