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Muos, verifiche costose: il Comune chiede aiuti

L’amministrazione non è nelle condizioni di pagare le ingenti spese che saranno sostenute dal collegio di verificazione

NISCEMI. Il Comune non ha i soldi per sostenere le spese del Collegio dei verificatori che dovrà, per conto del Consiglio di Giustizia Amministrativa, accertare lo stato di pericolosità o meno del Muos per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Un onere finanziario, disposto dalla recente sentenza del Cga, ma che le magre casse dell’Ente non possono sostenere. Il sindaco costernato, anche per le ripercussioni sull’opinione pubblica che si sente ingiustamente vessata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, scrive al prefetto di Caltanissetta per ottenere un incontro con il premier Renzi e con il presidente della Repubblica Mattarella.

“Le scrivo per far sentire la mia viva preoccupazione e della nostra comunità – comunica il primo cittadino La Rosa al prefetto - in relazione alla vicenda del sistema Muos, in quanto ha ingenerato nella popolazione l’idea plausibile di esser sottoposti a continue ingiustizie”. Il sindaco nella sua missiva fa rilevare che l’avvocatura dello Stato - ricorrente in appello per conto del Ministero della Difesa avverso alla sentenza del Tar che ha ritenuto le antenne Muos pericolose per la salute umana e l’ambiente, nonché abusive ed illegali - sollecita il Cga ad emettere la sentenza definitiva, alla luce delle recenti stragi terroristiche di Parigi e del pericolo incombente di nuovi attentati in Europa.

«D'altra parte - aggiunge La Rosa - le vicende giudiziarie hanno suscitato un sentimento di forte preoccupazione e di attesa, tali da ingenerare un senso di sconforto tra i miei cittadini. Da ultimo, come saprà certamente, il Consiglio di giustizia amministrativa, nell’ambito del processo di appello, ha statuito che (vitto, alloggio, viaggi, copie, esami strumentali, ecc.) saranno anticipate dal Comune di Niscemi». Una richiesta che, secondo il primo cittadino niscemese non sembra tener conto dello stato di conclamata e gravissima crisi finanziaria di liquidità, che ha colpito i Comuni siciliani nell’anno 2015 a causa dei mancati trasferimenti agli enti locali da parte dei Governo nazionale e della Regione Siciliana.

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