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Anno giudiziario, Cardinale: "E' allarme corruzione nel Nisseno"

A sostenerlo il presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale nel suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario

CALTANISSETTA.  È allarme corruzione anche nel Nisseno. A sostenerlo il presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale nel suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, parlando di "quotidianità della tangente".

"La cronaca - ha detto Cardinale - ci offre quasi ogni giorno liste di imprenditori, politici, professionisti e pubblici amministratori colpiti dai provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria e addirittura sorpresi sul fatto mentre intascano 'mazzette'".

L'alto magistrato ha aggiunto: "Emerge un affinamento delle tecniche operative finalizzate a eludere le eventuali ricerche sulle condotte illecite, giacché, accanto al metodo tradizionale del passaggio di denaro, l'accordo corruttivo si realizza spesso sotto altre forme dissimulatrici quali consulenze fittizie, falsi incarichi a prestanome, compensi a società di comodo, assegnazione di posti di lavoro.

Si registra l'incapacità della classe politica di selezionare una schiera di amministratori che si prefiggano unicamente il bene comune e inoltre si registra la forte aspettativa di impunità da parte dei protagonisti dei fatti di corruttela i quali sono convinti, dalla realtà a tutti nota che il rischio di rimanere coinvolti in un inchiesta giudiziaria è un'ipotesi remota, che gli attuali tre gradi di giudizio sono sufficienti a far maturare la prescrizione e che, in caso di malaugurata condanna, soccorrono i benefici penitenziari di cui i corruttori sono i maggiori fruitori se è vero che, tra la popolazione carceraria, quest'ultimi rappresentano una minima porzione".

Sul fronte della lotta alla mafia Cardinale ha ribadito quanto espresso già nei giorni scorsi, nel corso di un incontro con i giornalisti, e cioè che le cosche mafiose, pur avendo subito durissimi colpi da parte dello Stato sono in grado di "autorigenerarsi" e che adesso la mafia guarda anche al settore agroalimentare e cerca di inserirsi nel tessuto economico del nord Italia.

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