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Anno giudiziario, Lari: "La minaccia del terrorismo non va sottovalutata"

Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, durante il suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.

CALTANISSETTA. "La minaccia del terrorismo internazionale non va sottovalutata, anche se in Italia. In Italia i reati di stampo terroristico non sono, per nostra fortuna, sfociati in eventi sanguinosi e drammatici come quelli verificatisi a Parigi.

Tuttavia, è diffuso tra la gente un senso di insicurezza ampiamente giustificato dal fenomeno della immigrazione clandestina di massa e dalla gravità della situazione internazionale. Non va dimenticato però che tantissimi immigrati stazionano nel nostro territorio perché in fuga da guerre e persecuzioni e quindi sono alla ricerca di migliori condizioni di vita".

Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, durante il suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Lari, ricordando che anche la Procura di Caltanissetta ha condotto un'indagine sfociata nell'arresto di un pakistano che tramite i social network inneggiava al terrorismo, ha auspicato un lavoro di raccordo tra le varie Procure per analizzare e prevenire i rischi.

"È opportuno - ha spiegato il procuratore generale di Caltanissetta - che vengano riorganizzati e rafforzati, da parte delle Procure capoluogo di distretto, con innesti di magistrati delle Dda, i dipartimenti antiterrorismo. Inoltre, secondo l'auspicio del procuratore nazionale antimafia, vanno stipulati, nei singoli distretti, protocolli organizzativi tra procure ordinarie e procure distrettuali mirati a selezionare quei reati che potenzialmente riguardano la criminalità terroristico-eversiva".

"Gli scandali che hanno visto coinvolti i magistrati, pur trattandosi di episodi isolati, non possono essere sottovalutati e dimostrano come la massima attenzione debba essere posta alla deontologia ed alla questione morale nella magistratura, essendo inammissibili, soprattutto in un'epoca così degradata in altri ambiti istituzionali, cadute etiche da parte di chi deve svolgere l'alto compito del controllo di legalità".

Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Il magistrato, che ha coordinato l'inchiesta giudiziaria della Procura di Caltanissetta sul "caso Saguto" prima di passare alla Procura Generale, proseguendo nel suo intervento, ha aggiunto: "Secondo una recente indagine di Demos & Pi, mentre nel 1994, all'epoca di mani pulite, 69 cittadini su 100 riponevano fiducia nella magistratura, oggi i consensi non arrivano a superare la soglia del 50%.

Si tratta di un calo di fiducia davvero significativo che deve farci riflettere e che non si può escludere sia stato influenzato, oltre che dalla insofferenza dovuta alla scarsa efficienza del nostro sistema giudiziario, anche dalle vicende che hanno visto coinvolti i magistrati".

"Tuttavia - ha concluso Lari - a chi ha perso fiducia occorre ricordare che è stata la stessa magistratura, non ultima quella nissena, a fare luce su tali vicende, peraltro ancora oggetto di verifica giudiziaria, senza cedere a corporativismi di sorta ed in rigorosa attuazione del principio costituzionale di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge".

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