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Gela gli operai Eni bloccano statale, proteste da 14 giorni

Lunghe colonne di autoveicoli si sono formate in entrambe le direzioni di marcia. La zona è presidiata da polizia e carabinieri

GELA. Continua la protesta dei lavoratori della raffineria Eni di Gela contro il mancato rispetto del protocollo d'intesa che prevede l'avvio del processo di riconversione per la produzione di bio-carburanti, degli interventi di bonifica delle aree dismesse e la creazione di nuovi posti di lavoro per il personale dell'indotto, fermo da tre anni.

Da stamani, quattordicesimo giorno di mobilitazione, gruppi di dipendenti Eni (chimici e operatori del settore energia) bloccano, in contrada Burgio, a Marina di Butera, le vie di entrata e uscita alla superstrada 626, che conduce a Caltanissetta e alla "A19" Catania-Palermo. Lunghe colonne di autoveicoli si sono formate in entrambe le direzioni di marcia. La zona è presidiata da polizia e carabinieri.

Un altro nutrito gruppo di operai dell'indotto, con striscioni e bandiere dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sta presidiando le porte del municipio in attesa della seduta del consiglio comunale che si svolgerà stasera alle 20. Intensificata la presenza di operai anche negli altri presidi istituiti sin dal primo giorno della protesta davanti alla direzione Enimed, sulla Gela-Catania, e al centro di raccolta del petrolio dei pozzi gelesi, sulla Gela-Vittoria. "Non vogliamo elemosine, come i tre mesi di cassa integrazione che ci hanno concesso - dicono le maestranze - ma chiediamo lavoro e dignità per noi e per le nostre famiglie".

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