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Eni, sit-in degli operai davanti all'Agenzia delle Entrate di Gela

GELA. La protesta degli operai dell'indotto Eni di Gela, giunta al 21 giorno di lotta, si va estendendo anche agli uffici pubblici. Stamani un gruppo di metalmeccanici ha inscenato un sit-in davanti all'agenzia delle entrate, in via Butera.

Su uno striscione le rivendicazioni delle maestranze e l'appello al presidente del consiglio, Renzi: «1500 lavoratori Indotto Eni di Gela sono a casa, Matteo aiutaci; lavoro adesso».

Fermi da tre anni, i dipendenti delle imprese appaltatrici chiedono all'Eni il rispetto degli accordi sottoscritti e l'avvio dei cantieri per la riconversione «green» della raffineria, passando dal petrolio alla produzione di bio-carburanti.

Tanti incontri di verifica dell'intesa e propedeutici alla firma di una accordo di programma hanno finora prodotto solo una proroga della cassa integrazione per i primi tre mesi di quest'anno. E intanto continuano i presidi alle vie di accesso al petrolchimico, alla direzione Enimed e nei centri di raccolta del petrolio estratto a Gela che viene portato via dalle navi in altri stabilimenti, dato che la raffineria gelese è chiusa da due anni.

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