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Operai feriti ad Acquaviva, cadono le accuse su ex dirigente Ato

CALTANISSETTA. Cadono le accuse su un dirigente dell' ex Ato rifiuti e un imprenditore. Che sono stati tirati in ballo sull'onda di un incidente sul lavoro in cui, il 18 luglio del 2009, sono rimasti feriti un paio di operatori ecologici acquavivesi. E in primo grado, con loro, sono finiti sotto processo anche un altro dirigente della stessa società d' ambito e il responsabile del settore tecnico del Comune di Acquaviva. Ma entrambi ne sono poi usciti con un verdetto assolutorio non appellato dalla procura e divenuto definitivo.

Non è stato così, invece, nel primo processo peril dirigente dell' ex Ato rifiuti, Calogero Alessi (difeso dall' avvocato Giacomo Butera) che ha rimediato allora la pena a tre mesi e per l' imprenditore Calogero Traina (difeso dall' avvocatessa Maria Giambra) che s' è visto infliggere sei mesi, entrambi per lesioni col posee violazione delle norme di sicurezza sul lavoro.

Ora, in appello, per entrambi è arrivato il colpo di spugna a quel primo pronunciamento emesso il 16 gennaio dello scorso anno e che ha fatto piovere sui due l' affermazione di responsabilità. Che adesso il sostituto pg Antonino Patti ha chiesto di ribadire. Ma la corte d' Appello presieduta da Miriam D' amore (consiglieri i giudici Gabriella Canto e Aldo De Negri) accogliendo la tesi degli avvocati Butera e Giambra ha assolto i due imputati. «Il fatto non sussiste» la motivazione con cui la Corte ha chiuso questo secondo passaggio in aula. Dallo spaccato tracciato dall' accusa, le contestazioni a carico dei due passavano per un distinguo legato alle rispettive funzioni. L' ex dirigente della società d' ambito, Alessi, perchè non avrebbe vigilato così da consentire l' utilizzo di un autocompattatore che - per i magistrati - sarebbe stato carente sotto il profilo della sicurezza tant' è che sarebe stato poi alla base del doppio infortunio. Ma la difesa ha poi rimarcato che il dirigente avrebbe predisposto l' intero piano di sicurezza, individuando pure le figure in tal senso e il responsabile della sorveglianza.

L' imprenditore, Traina, invece, perché avrebbe fornito per quell' appalto straordinario del Comune un mezzo che non avrebbe rispettato i criteri per garantire l' incolumità dei netturbini. Perché quel camion - secondo i periti dell' accusa sarebbe stato privo di paratie laterali di sicurezza, di cinture esterne e di sponda posteriore. Già, perché l' incidente che poi ha dato il nascere al dossier della procura a carico di dirigenti Ato, funzionario comunale e un imprenditore, s' è veri ficato quella mattina d' estate di sette anni fa mentre era in corso la raccolta dei rifiuti. Ma d' improvviso il camion della spazzatura, con due operatori in piedi nella zona di dietro, è finito con una ruota posteriore dentro un tombino per l' improvviso cedimento della grata metallica. E i due netturbini all' esterno sono caduti riportando ferite. Un po' meno pesanti le conseguenze peril conducente. Questo l' episodio che poi ha fatto scattare inchiesta e processi.
Ma ora la Corte è giunta alla conclusione che non v' è traccia di responsabilità da parte di alcuno. Così da annullare le due condanne.

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