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Randagi a San Cataldo, salvati altri 5 cuccioli

SAN CATALDO. L'estate volge quasi al termine, ma resta sempre alta l' emergenza randagi a San Cataldo. I volontari della Lida (Lega italiana dei diritti dell' animale), coordinati dal presidente Fabio Calì, negli ultimi due giorni hanno salvato altri cinque cuccioli, ma anche una papera.

Sono state numerose le segnalazioni arrivate all' associazione animalista intervenuta a Pizzo Ca rano, dove ha rinvenuto quattro cuccioli di meticcio di appena quindici giorni di vita all' interno di una scatola abbandonata nella rotatoria di accesso alla strada. Tutto lontano dal controllo delle telecamere di sorveglianza, controllate dalla polizia municipale.

I volontari hanno preso in consegna i cuccioli, che erano denutriti e disidratati, e dopo averli sottoposti ad una visita veterinaria li hanno ricoverati all' interno del rifugio della Lida in attesa che possano essere adottati. Nel frattempo sono stati sfamati e dissetati e godono di buona salute. Subito dopo i volontari si sono recati in contrada Roccella, dove un cucciolo di un mese era stato infilato all' interno di una scatola e buttato all' interno del cassonetto dell' immondizia.

Ascoltati i guaiti, gli abitanti della zona hanno avvertito immediatamente le guardie ecozoofile della Lida, che hanno prelevato il cagnolino salvandolo da morte certa. Ultimo intervento sulla strada che congiunge San Cataldo a Serradifalco, dove alcuni automobilisti hanno avvistato una piccola papera che vagava per la strada in direzione di Serradifalco. Anche in questo caso i ragazzi della Lida si sono recati sul posto bloccando il transito ed hanno salvato l' animale. Soltanto a cavallo di ferragosto, i volontari dell' associazione animalista hanno salvato sei cani in cinque giorni, curandoli e ricoverandoli a loro spese senza l' aiuto di istituzioni o privati.

«Mettiamo moltissimo impegno in quello che facciamo - dice Fabio Calì, responsabile della Lida - perché amiamo gli animali. Ma, l'amore da solo non basta per poterli salvare, servono soldi e sovvenzioni, mentre noi siamo costretti ad auto tassarci per poter curare ogni cucciolo ferito. Ricordiamo a chi abbandona gli animali che si tratta di un reato penale punibile con il carcere e pesanti sanzioni pecuniarie.

Il nostro rifugio al momento contiene quaranta cani, durante questo mese ne abbiamo fatti adottare dodici tramite le foto postate sul nostro sito internet. I cagnolini hanno trovato nuove famiglie in ogni angolo della Sicilia, da San Cataldo a Catania, passando da Pietraperzia e Barrafranca, fino ad arrivare a Cammarata. Cerchiamo di essere sempre a disposizione per salvare la vita dei randagi conclude Calì - ma sono le autorità comunali ad avere la piena responsabilità dei cani che vengono abbandonati in città».

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