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Delitto del boss di San Cataldo, condannato a 20 anni il cugino: "Fu il mandante"

CALTANISSETTA. La Corte d'assise d'appello di Catania ha condannato a 20 anni Diego «Dino» Calì, 64 anni, di San Cataldo, ritenuto il mandante dell'omicidio del cugino Salvatore «Totò» Calì, ritenuto il capomafia di San Cataldo.

Il delitto, secondo l'accusa, non fu ordito per questioni di mafia, ma perchè Dino Calì voleva conquistare il monopolio sulle attività di pompe funebri a San Cataldo, settore in cui è impegnata la famiglia Calì. La vittima venne uccisa a colpi di pistola la sera del 28 dicembre 2008.

I giudici etnei hanno pure condannato a 4 anni e 8 mesi Salvatore Lombardo, 39 anni, di Marianopoli, accusato di associazione mafiosa perchè considerato un componente della nuova cosca che stava nascendo tra San Cataldo e Sommatino, poi azzerata dal blitz «Nuovo mandamento», condotto dai carabinieri nel dicembre 2009.

Si tratta del secondo processo d'appello per questa vicenda. Entrambi gli imputati - che avevano scelto il rito abbreviato - si erano visti annullare le condanne dalla Cassazione e la suprema Corte, nel disporre un nuovo giudizio di secondo grado, aveva inviato gli atti a Catania perchè a Caltanissetta c'è una sola sezione di Assise d'appello.

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