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Operaio morto a Gela, udienza preliminare per gli indagati

Il Tribunale di Gela

GELA. Iniziata ieri a Gela l'udienza preliminare a carico di 13 indagati, tra dirigenti e tecnici dell'Eni, per i quali la procura chiede il rinvio a giudizio per omicidio colposo, ritenendoli responsabili della morte di un ex operaio del petrolchimico, Salvatore Mili, ammalatosi, secondo l'accusa, per i prodotti tossici che manipolava nell'impianto «Clorosoda».

Il gup ha ammesso come parti civili la moglie, i figli e i nipoti di Mili. Chiedono un risarcimento danni complessivo di 6 milioni di euro. L'operaio sarebbe stato colpito in maniera irreversibile da «mieloma multiplo e adenocarcinoma al colon».

Per i pm, i 13 imputati avrebbero omesso di adottare le misure atte a proteggere Mili e gli altri dipendenti dell'impianto dalle esposizioni ai vapori di mercurio caldo, e alle esalazioni di cloro, benzene e acido solforico. Gli avvocati del collegio di difesa respingono le accuse ed escludono ogni possibile responsabilità dei propri assistiti in merito alle patologie contratte da Salvatore Mili. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 22 marzo.

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