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Porto di Gela, il sindaco contro Crocetta: "Propone atti illegittimi"

GELA. «Il governatore Crocetta, paladino della legalità, mi ha chiesto di firmare un atto illegittimo che potrebbe procurare danni economici per diversi milioni di euro alle casse comunali». Lo scrive il sindaco di Gela, Domenico messinese, ex M5s, affrontando la questione del ripristino dei fondali per la funzionalità del porto rifugio, da mesi inagibile. Un vecchio progetto di quasi 6 milioni di euro, prelevabili dai 32 milioni dei fondi di compensazione dell’Eni, prevede l’allungamento del braccio di ponente dello scalo marittimo (che ne eviterebbe il perenne insabbiamento), la sistemazione dei moli e il dragaggio del bacino.

I tempi lunghi della burocrazia avevano indotto però il presidente della Regione a chiedere al sindaco di firmare un’ordinanza con cui dare il via ai lavori di dragaggio in emergenza per creare un corridoio nell’imboccatura del porto in modo da garantire gli interventi di sicurezza e antiterrorismo della Guardia Costiera.

Messinese, dichiarando la propria incompetenza perché non ci sarebbero problemi di sanità pubblica e perché la struttura è di proprietà della Regione, temendo inoltre che i costi di ogni operazione sarebbero finiti a carico delle casse comunali, ha chiesto a Crocetta di essere nominato commissario straordinario se ci teneva davvero allo sblocco dei lavori per il porto. Il risultato di questo palleggiamento è la paralisi. E il consiglio comunale di Gela ha deciso di convocarsi in seduta monotematica, straordinaria e urgente per giovedì prossimo, alle 10,30, invitando alla riunione lo stesso governatore, Crocetta, e la deputazione regionale e nazionale del territorio.

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