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«Beni di provenienza mafiosa», nuove perizie a Montedoro

MONTEDORO. Nessuno squilibrio tra i beni sequestrati e i redditi di chi quel provvedimento lo ha subito: un presunto uomo d’onore.

A questa conclusione sono giunti gli esperti nominati dal sessantaseienne di Montedoro, Nicolò Falcone e della moglie, Anna Di Raimondo (assistito dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Diego Guadagnino) che nell’aprile di due anni fa hanno subito un sequestro di beni per l’accusa in odor di mafia. E il cui valore complessivo ammonterebbe a un milione e mezzo di euro.

Patrimonio sul cui destino, adesso è chiamato a decidere la sezione patrimoniale del tribunale misure di prevenzione di Caltanissetta. Con da un lato la procura – rappresentata dal pubblico ministero Stefano Luciani – che chiede la conferma del sequestro e, dall’altra, l’«espropriato» che ne reclama la restituzione.

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