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Sorvegliante morto in una cava, in quattro a giudizio a Caltanissetta

CALTANISSETTA. Scatta il processo a carico del settantaseienne Salvatore Gelsomino direttore tecnico della cava di Villafranca Sicula dove si è verificato l’incidente mortale (assistito dall’avvocato Giacomo Butera); del trentasettenne Salvatore Castiglione (difeso dall’avvocatessa Maria Giambra) responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stesso sito; del cinquantanovenne Luigi Infantino (assistito dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri e) dipendente del distretto minerario di Caltanissetta e incaricato della vigilanza sulle cave di quell’area; del quarantasettenne di Gela Giovanni Sola e la moglie, la quarantacinquenne di Ribera Alfonsina Marretta (tutti e due difesi dall’avvocato Antonio Palmieri), lui ritenuto amministratore di fatto dell’azienda che fa capo alla moglie.

La loro ditta gestiva la cava di calcare «Galbasa» che è stato teatro della disgrazia. Quella che s’è consumata il 6 febbraio di quattro anni fa quando il cinquantaquattrenne di Bivona, Mario Cardinale, sorvegliante capo cava rimasto sepolto sotto una montagna di pietre e terra. Ed è rimasto lì, seppellito per giorni, prima che il corpo potesse essere recuperato da quella montagna che gli è crollata addosso mentre lavorava in quell’impianto.

L’operaio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, al momento del cedimento della collina stava scavando la montagna con un martellone pneumatico montato su un escavatore. A disporre il rinvio a giudizio è stato il gup di Sciacca Roberta Nodari che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Alessandro Moffa, titolare dell’inchiesta.

A partire dal 20 giugno i cinque saranno processati per l’ ipotesi di concorso in omicidio colposo, con in più la contestata aggravante. Solo marito e moglie, Sola e Marretta, dovranno anche rispondere del reato di di falso ideologico. Imputazione, quella maturata solo a loro carico, perché – secondo l’impianto accusatorio – avrebbero presentato documentazione difforme.

I familiari della vittima saranno parte civile nei confronti dei cinque imputati. In particolare la moglie Rosalia Marrella Di Noto, la figlia Denise Cardinale, il padre Carmelo Cardinale, la madre Carmela Cammarata, i fratelli Maurizio e Giovanni Cardinale e le sorelle Serafina ed Eleonora Cardinale. La disgrazia si sarebbe consumata mentre lo sfortunato operaio era a lavoro a «Galbasa» perché a monte – secondo il teorema dei magistrati – non sarebbero state rispettate le norma di sicurezza e anche sotto il profilo burocratico, sempre per il pm, non sarebbe stato osservato il cosiddetto “piano di coltivazione” approntato dagli uffici del distretto minerario di Caltanissetta per il biennio 2012 e 2013. Nel momento in cui l’operaio è stato travolto dalla frana – è lo spaccato tracciato dalla procura saccense – stava operando in una zona differente rispetto a quella che sarebbe stata oggetto di autorizzazione.

Scendendo ancor più nello specifico e nel tecnico – sempre per il pm – l’attività estrattiva che ha preceduto il crollo si stava effettuando dal basso verso. Mentre secondo gli esperti si sarebbe dovuto operare, di contro, «a fette orizzontali discendenti dall’alto verso il basso». Una tecnica che secondo gli stessi magistrati avrebbe consentito la creazione di gradoni.

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