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Scandalo Expò, l'avvocato nisseno si difende: "La mafia non c'entra nulla".

MILANO. Un peccato di leggerezza. Forse quello sì… «ma la mafia non c’entra nulla». In tre ore o poco più di deposizione il penalista nisseno coinvolto nel gran calderone dell’inchiesta legata al presunto scandalo sugli appalti per l’Expo di Milano s’è difeso con fermezza.

È stata un’audizione fiume quella del legale Danilo Tipo (assistito dagli avvocati Flavio Sinatra e Giuliano Dominici ) a giudizio a Milano per riciclaggio aggravato. Perché, secondo la tesi della procura lombarda, avrebbe trasportato fondi neri destinati alla mafia ennese, di Pietraperzia in particolare. E in tribunale, con lui, vi sono anche l’imprenditore pietrino Liborio Pace (difeso dagli avvocato Antonio Impellizzeri e Daniele Stamberg), Giuseppe Lombino di Palermo (assistito dall’avvocato Giuseppe Presutto) e Giovanni Alessandro Moccia (difeso dall’avvocato Alessandro Vallese). Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere con l'aggravante di avere favorito la mafia, reati finanziari, riciclaggio e appropriazione indebita.

 

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