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Mafia a Gela, chiesti sedici rinvii a giudizio del clan Emmanuello

Il Tribunale di Gela

GELA. È stata fissata per il 19 giugno l’udienza preliminare a carico di 16 presunti affiliati al clan Emmanuello di Gela, finiti fra le pieghe dell’inchiesta «Falco» che permise alla Squadra Mobile di Caltanissetta e agli agenti del Commissariato di Gela, di sgominare una presunta organizzazione dedita ad un vasto traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni. Davanti al Gup del Tribunale di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, anche colui che era considerato il nuovo reggente di Cosa nostra di Gela, Gianluca Pellegrino, 33 anni, appartenente al clan Emmanuello, considerato dagli inquirenti un boss emergente. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Alessandro Emanuele Pellegrino, 27 anni; Giovambattista Campo, inteso «Giovanni» 51 anni; Pietro Caruso, «Nele», 33 anni; Emanuele Faraci, «Nele», 38 anni; Orazio Tosto, 24 anni; Angelo Famao, 29 anni, nato a Vittoria; Jonny Cavallo, 25 anni e Guido Legname, 22 anni e Giuseppe Di Noto, 25 anni. Avevano invece solo l’obbligo di firma, ma anche per loro la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio Rosario Perna, Gabriele Macchiarella, Loreto Saverino, Francesco Cuntrò, Angelo Scialabba e Nunzio Alabiso.

Pellegrino, già nel 2003 avrebbe imposto il pizzo a 12 imprenditori locali. Sarebbe il «figlioccio» di Francesco Vella, già reggente degli Emmanuello e oggi collaboratore di giustizia.

 

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