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Confiscato a Caltanissetta il "tesoretto" del commerciante Ferrara

CALTANISSETTA. È un patrimonio in odor di mafia. Lo ha sancito la confisca, senza più possibilità di replica, di un tesoro sospetto. Un milione e mezzo di euro il valore, tra beni mobili, immobili, depositi e quote societarie.

Così lo Stato ha posato definitivamente le mani sugli averi di Vincenzo Ferrara, il commerciante quarantanovenne che i magistrati ritengono uomo d’onore di Cosa nostra. Un provvedimento messo in ghiaccio dalla Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dal commerciante (assistito dall’avvocato Dino Milazzo). E il verdetto ha reso risolutivo quel sequestro prima disposto dal Tribunale e poi confermato, in Appello, nel secondo passaggio in aula.

Ieri mattina il decreto emesso dalla sezione Patrimoniale del tribunale misure di prevenzione è stato eseguito dagli agenti della Divisione anticrimine della Questura. Tra i beni in origine colpiti dal provvedimento alcuni non sono più esistenti. Come una pizzeria-rosticceria in via Amico Valenti, «La Brace», che ha chiuso i battenti.

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