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Uccise le figlie a Gela, per i periti era incapace di intendere e di volere

GELA. Giusy Savatta, l’insegnante di sostegno di 41 anni di Gela che lo scorso 27 dicembre, strangolò nella loro abitazione di via Passaniti, le sue due bambine, Maria Sofia e Gaia di 9 e 7 anni, all’epoca dei fatti, era incapace di intendere e di volere. È la conclusione, alla quale sono giunti i periti, incaricati dal Gip, Lirio Conti chiamati ad accertare lo stato mentale della donna. La perizia è stata depositata nel corso di un "incidente probatorio”.

I periti, hanno più volte incontrato la 41enne, analizzato le sue cartelle cliniche, vagliato le testimonianze assunte dai verbali delle forze dell’ordine. Il collegio peritale, composto da Isabella Merzagora, dell’istituto di medicina legale dell’università di Milano, da Roberto Catanesi, della sezione di criminologia e psichiatria forense del policlinico universitario di Bari e dallo psichiatra catanese Carlo Monteleone, sostiene anche che Giusy Savatta era ed è attualmente un soggetto socialmente pericoloso.

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