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Dia, in sei mesi confiscati 3 milioni e mezzo di beni nel Nisseno

CALTANISSETTA. «Resta forte la pressione estorsiva seppur con forme nuove, a fronte delle quali la collaborazione delle vittime è sempre una mosca bianca, la manifestata volontà d’infiltrarsi negli enti locali con la corruzione che rappresenta una nuova frontiera e poi v’è un risorgere nel campo degli stupefacenti».

Questa l’istantanea sui fenomeni criminali che preoccupano più di altri nel Nisseno, scattata dal colonnello Giuseppe Pisano a capo del centro operativo della Dia. Quanto all’aspetto legato a uno dei grandi temi d’attualità, il pericolo terrorismo, non è emergenza. «Nel Nisseno il rischio è basso per tutta una serie di ragioni, intanto perché gli immigrati provengono per lo più dall’Africa che ha contesti sociali differenti dal Medioriente, per cui già sotto il profilo provenienza il rischio è basso e, poi, questo territorio non è tra gli “obiettivi sensibili” e il terrorismo ha una portata simbolica non da trascurare, nell’ideologia iconografica del terrorismo è quello il simbolo da seguire», è l’analisi del colonnello Pisano che, però, avverte: «Rischio molto basso non vuol dire che l’attenzione non sia molto alta».

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