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Mamma e figlia investite e uccise a Gela, l'automobilista resta ai domiciliari

GELA. Il Gip del Tribunale di Gela, Lirio Conti, ha confermato gli arresti domiciliari per Salvatore Rinella, il cameriere di 23 anni di Gela accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Il giovane, lo scorso lunedì sera, era alla guida della sua Fiat Panda, quando ha travolto e ucciso, in via Venezia, a Gela, Nuccia Vullo, parrucchiera di 35 anni e la figlioletta Ludovica Caracappa di 6 anni, che la donna teneva in braccio all'uscita da una pizzeria.

Rinella, assistito dal suo legale Salvatore Incardona, durante l'udienza di convalida del fermo, ha detto al giudice di non aver visto la donna e che andava ad una velocità di 70 chilometri orari. Dopo l'impatto è fuggito per paura di essere aggredito mentre, dopo aver fatto qualche chilometro, ha contattato il suo avvocato per costituirsi. Anche il Pm, per il giovane, ha chiesto la conferma dei domiciliari.

Chi lo conosce, lo descrive come un bravo ragazzo, tutto dedito al lavoro e alla famiglia. Il suo avvocato, Totò Incardona, che gli è stato vicino sin dai primi momenti in cui si è verificata la tragedia, respinge le accuse di chi a tutti i costi lo vuole descrivere come quel «maledetto ragazzo».
Da quattro anni, Salvatore lavora alla pizzeria «Scavone». Ha subìto la prematura scomparsa del padre, avvenuta due anni fa, morto a causa di un ictus. «Salvatore - racconta il suo legale - è ancora sotto choc. Continua a piangere e a disperarsi, non ha un momento di tranquillità. È scappato perché una trentina di persone lo stavano inseguendo. Voleva tornare indietro ma ha avuto paura. È un ragazzo senza malizia".

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