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Intestazione fittizia di beni, due arresti a Caltanissetta

Matteo Allegro e Filippo Principe

CALTANISSETTA. Si sono intestati la sala giochi e un’azienda di scommesse di un
indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ successo a Caltanissetta, dove gli agenti della squadra mobile hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo della “King Starslot. S.r.l”, sala scommesse di via Paladini, dei rapporti bancari intestati alla società e alle tre persone a cui è stata applicata l'ordinanza di misura cautelare.

I domiciliari sono stati disposti per Matteo Allegro, di 36 anni, e Filippo Principe, di 34, mentre nei confronti di Alessia Assunta Taschetti, compagna di Allegro, è stata
applicata la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I tre sono indagati per i reati di intestazione fittizia di beni, perché Principe e Taschetti hanno fatto da prestanome di aziende riconducibili ad Allegro, già condannato nell'ambito della operazione “Lex Jeux sont fait” condotta dalla Squadra mobile nel 2012 e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo gli inquirenti Allegro aveva monopolizzato il mercato delle apparecchiature per il gioco elettronico per conto di cosa nostra. Le attuali indagini sono state avviate ad aprile, quando Alessia Taschetti ha prodotto istanza alla divisione polizia amministrativa e sociale della questura di Caltanissetta, per il rilascio di due licenze di pubblica sicurezza. Gli accertamenti amministrativi svolti hanno fatto emergere che la donna intendeva subentrare a Principe, già possessore della licenza di polizia e titolare apparente della società “King Starslot”, titolare della licenza di giochi e scommesse in una sala giochi di via Paladini.

La divisione polizia amministrativa ha respinto la richiesta di subentro della licenza, ma la circostanza ha attirato l'attenzione degli investigatori della squadra mobile, che hanno avuto modo di riscontrare che il titolare reale del centro scommesse con annessa sala slot era Allegro. Il 26enne sfruttava il fatto che i suoi complici si sono fatti rilasciare le autorizzazioni di polizia per continuare a gestire la sala giochi e per eludere eventuali controlli ed accertamenti a suo carico.

Allegro è stato condannato anche per frode informatica per aver sottratto una ingente quantità di denaro all'Erario scollegando dalla rete dei monopoli le slot-machines. L'arricchimento illecito di Allegro ha comportato a suo carico l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni, secondo l'accusa “acquisiti grazie all'espansione delle sue imprese realizzata approfittando dell'intervento di esponenti di cosa nostra nissena”.

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