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Mozione di sfiducia al sindaco di Gela, Messinese prova la carta del dialogo

Domenico Messinese

GELA. Il sindaco di Gela, Domenico Messinese (ex M5s), all’antivigilia dell’esame della mozione di sfiducia, presentata nei suoi confronti da 20 consiglieri su 30, ha aperto un canale di dialogo istituendo nella propria giunta-ter, di fresca formazione, una nuova delega, quella ai rapporti con il consiglio comunale, che ha affidato al neo assessore, Maurizio Melfa.

Messinese (che non ha propri rappresentanti nell’assemblea elettiva) propone ai consiglieri un dialogo costante per concordare una scala di priorità dei problemi da affrontare e il tipo di soluzione da deliberare. Un ramoscello d’ulivo, per alcuni, una «bandiera bianca» di resa, per altri, dopo due anni e mezzo di scontro muro contro muro tra giunta e consiglio comunale.

Messinese fu eletto nel giugno del 2015 (dopo un ballottaggio con Angelo Fasulo del Pd) sostenuto dalla lista del M5s, che però lo «licenziò» 6 mesi dopo, su decisione di Beppe Grillo, perché non aveva tagliato la propria indennità di sindaco, perché non aveva rigettato il protocollo d’intesa con l’Eni per la riconversione green della raffineria e per avere affidato incarichi pubblici retribuiti ad alcuni suoi fedelissimi.

Venerdì potrebbe essere la sua «giornata di passione», con il conseguente scioglimento del consiglio comunale. Si tornerebbe a votare nella prossima tornata elettorale in primavera tra aprile e giugno, dopo pochi mesi di commissariamento.

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