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Si barrica in casa contro il pignoramento dell'immobile, arrestato a San Cataldo

SAN CATALDO. A San Cataldo, un agricoltore, Cataldo Scarlata, si è barricato nel suo appartamento di 140 metri quadrati e del valore di 90 mila euro, in via Garibaldi, che la banca Toniolo gli ha pignorato, per il mancato pagamento di alcune rate del mutuo, e poi venduto all’asta per 11 mila euro. Stamani, lui, la moglie e due figli minorenni avrebbero dovuto consegnare la casa all’acquirente, attraverso l’ufficiale giudiziario.

«Piuttosto la brucio - ha detto - e mi dò fuoco pure io». A dargli man forte nella protesta è intervenuto suo fratello, Giuseppe, dirigente locale del «movimento dei forconi», al quale era stato pignorato e venduto per 30 mila euro un terreno. Le loro difficoltà finanziarie sarebbero state causate dal mancato arrivo dei contributi comunitari cui avevano diritto da anni.

I due fratelli hanno protestato a lungo e minacciato di bruciare la casa, che si trova al primo piano di un edificio di tre piani, dando fuoco a un divano che hanno lanciato in strada. I carabinieri, che presidiano la zona, hanno deciso di intervenire sfondando la porta dell’alloggio e mettendo in manette i due fratelli, arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.

Seppure ammanettati, Cataldo e Giuseppe Scarlata (entrambi di corporatura assai robusta) si sono sdraiati davanti alla porta di casa. Il loro legale, l’avvocato Peppe Giunta, aveva presentato istanza di sospensione dello sfratto il 24 dicembre, insieme con un esposto su «possibili speculazioni messe in atto da ignoti nella vendita della casa, avvenuta all’asta dopo ben 5 tentativi e a un prezzo che la giurisprudenza definisce «vile», perciò suscettibile di sospensione. Invece se ne parlerà il 25 gennaio.

Mariano Ferro, leader regionale dei «Forconi» è intervenuto con decine di contadini per esprimere la solidarietà del movimento alla «giusta causa» di Cataldo Scarlata. «Dopo il tragico suicidio di Giovanni Guarascio, a Vittoria - ha detto, Ferro - c'è il rischio che il dramma si ripeta a San Cataldo mentre banchieri, politici e governanti continuano a rimanere insensibili».

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