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"Arancia meccanica" a Serradifalco, processo per quattro

SERRADIFALCO. È con il rito abbreviato che hanno chiesto di essere processati quattro imputati (tre sono parenti), ritenuti autori, a vario titolo, di azioni sul modello «arancia meccanica».

Perché a loro sono state contestate, globalmente, tre rapine in casa, peraltro violente e con sequestro di persona, due furti e un tentato furto. Un corposo fardello quello che ha trascinato dal Gup il ventiseienne Gianluca Clizia, il cugino ventinovenne Alfonso Clizia, lo zio il trentanovenne Giovanni Clizia (difesi dagli avvocati Gaetano Costa e Giuseppe Barba) di Serradifalco e il trentatreenne di Delia, Luciano Valenti (difeso dall’avvocato Luigi Di Natale). Su loro pendono le accuse, differenziate, di rapina, sequestro di persona, furto e tentato furto. E ieri, al cospetto del gup Alfonso Clizia e compari hanno ammesso la maggior parte degli episodi a loro contestati, negandone qualcuno. Ed è per difficoltà economiche di quel momento che avrebbero agito.

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