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Omicidio Di Francesco a Riesi, i giudici: "Nessun dubbio sulla colpevolezza del padre"

RIESI. «Appare condivisibile quanto affermato dalla Corte in merito al complessivo contesto dei dissidi familiari per ragioni economiche, che ha fatto da sfondo al movente dell'azione delittuosa». Nessuna perplessità da parte della corte d’Assise d’Appello presieduta da Maria Giovanna Romeo (consigliere Gabriella Tomai) che in 74 pagine ha racchiuso le motivazione della sentenza con cui, il 15 novembre scorso, ha confermato il carcere a vita per il presunto figlicida di Riesi.

L’imprenditore sessantaseienne di Riesi, Stefano Di Francesco (avvocati Michele Micalizzi e Giampiero Russo) accusato di avere ucciso il figlio trentunenne, Piero Di Francesco, che prima avrebbe tramortito e poi, credendolo senza vita, ne avrebbe bruciato il corpo dentro di una vecchia Mercedes nel piazzale della ditta di famiglia, in contrada Bannuto.

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