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Reperti archeologici partiti dalla Sicilia e venduti in tutto il mondo, nomi e foto degli arrestati

Un business da 20 milioni di euro, decine di persone coinvolte, reperti archeologici di inestimabile valore trafugati in Sicilia e venduti all'estero e a privati. C'è tutto questo dietro alle indagini dei carabinieri del Nucleo e tutela patrimonio ambientale che ieri ha portato all'operazione Demetra.

I militari hanno sequestrato oltre 20mila reperti, molti dei quali inviati all'estero e che a breve torneranno in Italia, per un valore superiore ai 20 milioni di euro.

Secondo gli investigatori al vertice del gruppo era il riesino Francesco Lucerna, 76 anni. L'inchiesta è partita da un'indagine antimafia della Procura nissena sul territorio di Riesi e ha assunto sviluppi internazionali quando i carabinieri si sono messi sulle tracce di Gaetano Patermo, 63 anni, di Riesi, il quale aveva contatti non soltanto con la rete di corrieri che smerciava reperti al nord, ma anche con i componenti di un'altra organizzazione che operava tra Londra, Barcellona e Monaco di Baviera.

I reperti, hanno ricostruito i carabinieri coordinati dalla Procura di Caltanissetta, arrivavano sempre dalla Sicilia, trasportati nei modi più disparati. In un'occasione un corriere aveva nascosto alcune monete d'argento di epoca greca nel portafoglio per sviare i controlli in aeroporto.

I reperti, emerge dall'inchiesta, erano immessi nel circuito delle case d'aste di Monaco di Baviera e provvisti di certificati di provenienza. Risultava infatti che i beni arrivassero da collezioni private. Il ricavato finiva poi a Londra, e Veres lo redistribuiva anche in Italia grazie all'aiuto di Palma a Barcellona con sistemi di money transfer o con consegne in contanti.

Diversi corrieri si recavano in Spagna a recuperavano il denaro, facendo attenzione a non superare il limite di contanti trasportabili.

In carcere sono finiti Francesco Lucerna, 76 anni, di Riesi, Matteo Bello, 61 anni, di Ravanusa, Francesco Giordano, 71 anni, di Campobello di Licata, Luigi Giuseppe Grifasi, 64 anni, di Ravanusa, Calogero Ninotta, 39 anni, di Ravanusa, Gaetano Romano, 58 anni, di Ravanusa, Gaetano Patermo, 63 anni, di Riesi e Palmino Pietro Signorelli, 66 anni di Belpasso. Arresti domiciliari per Valter Bertaggia, 70 anni, di Collegno (Torino), Giovanni Lucerna, 49 anni, di Torino, Maria Debora Lucerna, 55 anni, di Torino, Salvatore Pappalardo, 75 anni, di Misterbianco, Calogero Stagno, 51 anni, di Favara, Luigi Signorello, 34 anni, di Belpasso e Luigi La Croce, 62 anni, di Strongoli.

Nelle ultime ore, accompagnati dai difensori, si sono presentati ai carabinieri delle stazioni di Gela e Riesi Simone Di Simone, gelese di 42 anni, e Angelo Chiantia, riesino di  62 anni, entrambi con precedenti penali. I due erano sfuggiti ieri all'arresto, i carabinieri avevano predisposto le ricerche per rintracciarli, e, sentendosi braccati, i due hanno preferito consegnarsi.

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