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San Cataldo, le mani della mafia sugli appalti: 16 arresti, ci sono anche funzionari del Comune

Le mani della mafia sugli appalti pubblici gestiti dal Comune di San Cataldo nei settori dei rifiuti e dell’edilizia. Sono scattate sedici misure cautelari per persone vicine a cosa nostra nissena, funzionari comunali ed imprenditori.

A conclusione di complesse indagini nei settori del contrasto alla criminalità organizzata e reati contro la Pubblica amministrazione, coordinate dalla Dda di Caltanissetta, pattuglie del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza insieme a militari della compagnia dei carabinieri di Caltanissetta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di sedici persone, emessa dal gip del tribunale di Caltanissetta.

Tra le persone indagate ci sono personaggi vicini alla famiglia mafiosa di San Cataldo, funzionari e dirigenti del Comune e un carabiniere in servizio.
A seguito delle indagini il gip ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsioni aggravate nei confronti di otto persone ritenute vicine alla famiglia mafiosa di San Cataldo: Gioacchino Chitè; Calogero Maurizio Di Vita; Massimo Scalzo; Luigi Vivacqua; Cristian Ivan Callari; Alessandro Scalzo; Angelo Giumento; Domenico Terenzio, carabiniere in servizio presso la tenenza di San Cataldo.

Mentre sono stati  disposti gli arresti domiciliari per estorsione aggravata per Salvatore Raimondi, personaggio ritenuto interno alla famiglia mafiosa di San Cataldo; l’imprenditore rappresentante legale della Ecolgest soc.coop. a r.l accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti; l’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di San Cataldo Paolo Iannello.

È stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per i reati di  corruzione nei confronti: del dipendente del Comune di San Cataldo Medico; l’ ingegnere libero professionista Davide Francesco Iannello, il dipendente del Comune di San Cataldo Salvatore Schifano;  l'architetto libero professionista, destinatario di incarichi da parte del comune di San Cataldo Alfonso Gaetano Ippolito.

L’indagine, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, era iniziata nel 2016. Gli inquirenti stavano monitorando gli assetti della famiglia mafiosa di San Cataldo. Nella prima fase delle indagini, eseguite dai carabinieri di Caltanissetta, sono emerse infiltrazioni mafiose nella gestione del servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani preso il Comune di San Cataldo.

La famiglia mafiosa con le intimidazioni avrebbe imposto alla cooperativa “Geo Agriturismo” di San Cataldo, che con la società “Ecolgest”si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la continua assunzione di personaggi vicini alla famiglia mafiosa che spesso avrebbero percepito lo stipendio senza svolgere alcuna attività lavorativa.

Dalle indagini sarebbero emersi  diversi episodi di estorsione da parte della famiglia mafiosa di San Cataldo al vertice della quale ci sarebbero Calogero Maurizio Di Vita, Gioacchino Chitè, Massimo Scalzo, Raimondo Scalzo e Luigi Vivacqua.

Le attività di intercettazione avrebbero consentito di accertare che Paolo Iannello, già a capo dell’Ufficio Tecnico Comunale di San Cataldo, insieme al figlio Davide Francesco, avrebbero raggiunto accordi corruttivi con Liborio Lipari, amministratore della società “Ecolgest”, per turbare la regolarità amministrativa della gara ad evidenza pubblica per consentirne l’aggiudicazione alla ditta “Multiecoplast” di Messina, capofila di A.T.I. con la citata società “Ecolgest” partecipanti alla gara.

Le attività di intercettazione, eseguite dal personale dei carabinieri di Caltanissetta avrebbero fatto emergere che Domenico Terenzio, militare dell'Arma in servizio presso la tenenza carabinieri di San Cataldo, avrebbe informato sistematicamente esponenti di vertice del gruppo mafioso o loro congiunti delle attività di indagine: a lui sono state contestate le accuse di violazione di segreto d'ufficio, falso e, soprattutto, concorso esterno in associazione mafiosa.

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