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"Cold Case" a San Cataldo, un arresto per omicidio a 25 anni dal delitto

Dopo 25 anni è stato risolto definitivamente  l’omicidio di  Luca Salvatore Salerno, assassinato il 3 gennaio del 1993, nelle campagne di San Cataldo. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Caltanissetta hanno arrestato Raimondo Scalzo, di  60 anni,  in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Caltanissetta, per il reato di omicidio aggravato in concorso.

A fare luce sul caso è stato lo stesso Raimondo Scalzo che, intercettato nell'ambito dell'operazione “Pandora”, si è autoaccusato di essere stato il mandante del delitto. Scalzo è già recluso nel il carcere di Agrigento Petrusa, si trova attualmente sottoposto alla custodia cautelare per un’altra ordinanza emessa nell’ambito della recentissima operazione “Pandora”.

Per quel delitto erano già stati condannati, con sentenza oramai passata in giudicato, Vincenzo Scalzo, 45 anni, e Giuseppe Tramontana (deceduto), cognato di Raimondo Scalzo, autori materiali del delitto, senza che mai quest’ultimo fosse stato coinvolto nella vicenda giudiziaria dell’epoca.

Le indagini hanno avuto impulso dall’ascolto di una conversazione realizzata da Raimondo Scalzo durante le fasi delle investigazioni eseguite nell’ambito dell’operazione “Pandora”, nel corso della quale Scalzo avrebbe confessato la sua partecipazione al delitto, inducendo i militari a ripercorrere tutta la vicenda investigativa e giudiziaria risalente all’epoca dei fatti.

Le investigazioni condotte hanno permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche criminali che avevano portato all’omicidio. Raimondo Scalzo avrebbe contribuito alla scelta di uccidere Salerno, che  è stato assassinato da Vincenzo Scalzo e Giuseppe Tramontana.

Le indagini condotte dai carabinieri hanno anche consentito di rivelare le vere ragioni che avevano portato all’omicidio del Salerno.  Raimondo Scalzo sarebbe stato interessato in prima persona all’omicidio del giovane Salerno.

L’arrestato è difeso dall’avvocato Gianluca Amico, del foro di Caltanissetta, è ristretto in regime di custodia cautelare in carcere ad Agrigento Petrusa a disposizione della competente autorità giudiziaria.

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