BERLINO. Quinto giorno di lavoro per la giuria del Festival internazionale del Cinema di Berlino composta da Mike Leigh, che la presiede, Anton Corbijn, Asghar Farhadi, Charlotte Gainsbourg, Jake Gyllenhaal, François Ozon’s, Boualem Sansal e Barbara Sukowa.
Tre i film presentati. Ha aperto alle 16:30 L’enfant d’en haut (Sister, film di Ursula Meier, con Léa Seydoux, già in gara al Festival con Les adieux à la Reine), Kacey Mottet Klein, Martin Compston e Gillian Anderson (la Scully di X-Files). Nella storia, un dramma contemporaneo che si svolge in una zona industriale svizzera, Simon (Kacey Mottet Klein), un ragazzino di 12 anni, trova nel furto la risposta alle sue necessità materiali e a quelle delle sorella (Léa Seydoux ) con la quale vive. La sua attenzione si rivolge ai turisti di una vicina stazione sciistica ai quali ruba costoso materiale sportivo per poi rivenderlo. Tollerato e usato dalla maggior parte di coloro che verranno a conoscere il suo segreto, Simon non uscirà del tutto indenne dalla stagione. Alla marginalità dei rapporti con la sorella, che in realtà è la giovanissima madre di acerba personalità, al bisogno di affetto del bambino e a una società disinteressata ed egoista, fa da cornice il ricco sistema turistico di massa pieno di contraddizioni e incapace, nonostante la prosperità, di sviluppare sensibilità.
Poi, Jayne Mansfield's Car, di Billy Bob Thornton, con Billy Bob Thornton, Robert Duvall, John Hurt, Kevin Bacon e Robert Patrick. La salma di Noemi rientra in Alabama dopo 20 anni di assenza. Scappata dal marito, da quattro figli e risposata in Inghilterra, manifesterà poco prima di morire la volontà di tornarvi. I funerali sono il momento d’incontro di due famiglie, quella americana e quella inglese, molto diverse tra loro eppure simili per alcuni profili caratteriali. Ambientato durante l’ultimo degli anni ’60, di elegante e travolgente umorismo, dissacrante di alcuni tra i più noti stereotipi nordamericani, Thornton lancia sul tavolo in una sola mossa il problema di tre generazioni segnate da guerre, il deflagrante problema della droga, la fragilità dei rapporti e, soprattutto, una cronica e forse irrisolvibile distanza nella comunicazione tra genitori e figli. Interpretato brillantemente, è sicuramente un ottimo candidato all’Orso.
In ultimo, incluso nella sezione Competition ma fuori gara, chiude “Jin líng Shi San Chai” (The Flowers Of War), di Zhang Yimou, Shigeo Kobayashi, Han Xiting, Zhang Doudou, Tong Dawei, Yangyang Chunzi, Sun Jai, Li Yuemin, Atsurô Watabe, Zhang Xinyi, Xue Bai. Basato sul romanzo di Yang Geling “13 Flowers of Nanjing”, racconta un fatto storico drammatico considerato uno tra i grandi crimini di guerra dell’umanità accaduto nel 1937: il Massacro (o Stupro) di Nanchino. Durante due settimane vennero uccisi tra 200.000 e 300.000 cinesi, mentre lo stupro venne perpetrato con organizzazione sistematica su decine di migliaia donne. Nel caos e nella distruzione dell’invasione giapponese, John Miller (il Christian Bale di Batman Begins), un impresario funebre americano arrivato in Cina per seppellire un sacerdote, è travolto suo malgrado dagli eventi e costretto a rifugiarsi nella cattedrale di Winchester. Nella stessa trovano rifugio un gruppo di studentesse e delle prostitute. Travestito da prete cercherà di proteggere le donne senza tuttavia riuscirci del tutto.
Festival di Berlino, il massacro di Nanchino nel film di Zhang Yimou
Nella sezione Competition ma fuori gara “13 Flowers of Nanjing” che racconta un fatto storico drammatico considerato uno tra i grandi crimini di guerra dell’umanità accaduto nel 1937
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